Non fu estorsione: il Gip scarcera una 50enne siracusana
Scarcerata con effetto immediato. Questo il verdetto del Gip del tribunale di Siracusa, Patricia Di Marco, nei confronti di Marisa Chiari, la siracusana, arrestata nei giorni scorsi perché accusata di tentata estorsione nei confronti di un uomo.
La donna, assistita dall’avvocato Massimo Milazzo, è comparsa ieri mattina dinanzi al giudice per sottoporsi all’udienza di convalida degli arresti.
Ma il Giudice per le indagini preliminari, a seguito delle dichiarazioni rilasciate in udienza dall’indagata, e alla produzione di documentazione da parte del legale difensore, ha disposto l’immediata remissione in libertà della donna.
La vicenda risale al 24 settembre scorso quando i militari della Stazione di Siracusa hanno tratto in arresto la donna di 50 anni, siracusana con precedenti di polizia a suo carico. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’indagata avrebbe preteso una somma di denaro da un soggetto, con destrezza si impadroniva delle chiave dell’autovettura del padre e contattando telefonicamente la vittima gli dava appuntamento al fine di farsi consegnare una certa somma di denaro in cambio delle chiavi.
La vittima di questo disegno criminoso sporgeva immediatamente denuncia presso il locali della caserma di Viale Tica permettendo ai militari di poter attuare un dispositivo in grado di bloccare prontamente la Chiari al momento del loro incontro.
Una volta intercettata dai carabinieri la Chiari consegnava le chiavi che aveva ingiustamente sottratto al legittimo proprietario e posta agli arresti domiciliari.
Ben diversa la tesi prospettata dalla difesa. La donna, infatti, ha riferito al giudice di avere fatto pressioni sull’uomo soltanto per riavere indietro la somma di 90 mila euro che gli aveva dato diverso tempo addietro con la promessa di ottenere delle provvidenze dall’investimento finanziario della somma. Ma fino al momento dell’arresto non è riuscita nel suo intento.
Ma non solo la donna non ha ricevuto alcun iteresse da quella somma, ma non è riuscita nemmeno a riottenere la cifra che aveva anticipato. Da qui è scaturita una serie di telefonate e di sollecito a restiuire il denaro, ceh sarebbe servito ad evitare che la malcapitata finisse in disgrazia avendo dovuto chiudere il suo esercizio commerciale per la vendita di frutta e verdura perché sepolta dai debiti.
A supporto della propria versione dei fatti, la difesa ha prodotto una sentenza del tribunale civile di Siracusa, nella quale si attesta del credito che la donna aveva maturato nei confronti della presunta vittima. La questione, quindi, s’ingarbuglia.