Siracusa, ospedale Umberto I: chiusi i reparti di Geriatria, Stroke e Medicina
L’ Unità Operativa Complessa del Sistema Urgenza Emergenza Sanitaria 118 della Centrale Operativa di Catania – Ragusa – Siracusa comunica al Direttore Sanitario dell’ASP di Siracusa e al Direttore dell’ospedale Umberto I la chiusura immediata, fino a data da destinarsi, dei Reparti di Medicina, di Geriatria e la U.O.S. Stroke Unit dell’Ospedale Umberto I per contagio Covid19, ne dispone l’immediata sanificazione e ordina la quarantena a tutto il personale sanitario ivi operante.
“Il disastro sanitario che si sta consumando sotto gli occhi attoniti di tutti noi va fermato, subito- tuona la Cgil – basta con le polemiche inutili di chi continua a girarsi dall’altra parte. Basta con tentativi raffazzonati di agguantare una situazione che rischia di essere sempre più fuori controllo. La Direzione Generale e Sanitaria dell’Asp faccia un passo indietro in nome di un residuo di lealtà e di dignità dovuto a tutta la nostra comunità. Sfuggire a questa responsabilità, come accaduto fino adesso, accresce soltanto il clima già pesante di incredulità e sgomento.
“Il continuo rincorrersi di notizie di contagio all’interno delle nostre strutture ospedaliere (Siracusa, Avola e ultima in ordine di tempo Augusta), di smentite della dirigenza sanitaria confuse, contraddittorie e a tratti opache, la dice lunga sul concetto di trasparenza applicato alla gestione dell’emergenza Covid 19 nella nostra provincia. E a nulla vale l’obbligo di riservatezza imposto nei confronti della stampa e degli stessi operatori sanitari dipendenti dell’Azienda che, al contrario, accresce oltremodo la tensione e il sospetto dell’inefficacia dei provvedimenti adottati.
“In un contesto di massima emergenza – dice Roberto Alosi, segretario generale della Cgil – ancora una volta sollecitiamo con forza la Direzione Strategica dell’ASP a dare immediato corso alle direttive già impartite dall’Assessore Regionale alla Sanità al fine di insediare un’autorevole Cabina di Regia permanente di monitoraggio e di informazione in cui si possa esercitare, accanto a quella doverosa delle istituzioni, la responsabilità dei cittadini e delle forze sociali di rappresentanza. Persistere nella volontà di non farlo è un errore strategico che appesantisce pericolosamente la fragilità sociale del territorio e rischia di non centrare l’obiettivo”.