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Fondi impianti sportivi, Cavarra: “Colpe del passato”

“I giudizi di Edy Bandiera sull’esclusione di Siracusa dai finanziamenti per gli impianti sportivi sono infondati e, semmai, da rimandare al mittente. La ragione è molto semplice: si tratta di progetti presentati nel 2011, due anni prima del nostro insediamento e risalenti a un periodo in cui egli era presidente del consiglio comunale e, quindi, aveva un ruolo di primissimo piano nell’Amministrazione.“La bocciatura è figlia di quella stagione politica che noi contestavamo dai banchi dell’opposizione e rispetto alla quale stiamo tentando di imporre una svolta. Le ragioni dell’esclusione, infatti, non sono solo un fatto tecnico. I progetti non sono stati ritenuti idonei anche perché furono redatti velocemente, a ridosso delle scadenze dei termini, e i tempi sono dettati dalla politica e non da chi redige gli atti.

 “Assolutamente inaccettabile, poi, l’argomento secondo la quale la Regione avrebbe dovuto accogliere le istanze del Comune perché la nostra Amministrazione sarebbe in sintonia con quella del presidente Crocetta. Se i progetti sono stati bocciati perché non erano idonei, è stato giusto così. L’idea di fare prevalere l’appartenenza politica sulla qualità, a discapito della corretta amministrazione e della trasparenza, non ci appartiene. Anzi, la contestiamo perché discredita la politica”.

LA REPLICA DI BANDIERA: “L’ASSESSORE DISTRATTO DAL PRIVATIZZARE GLI IMPIANTI”. “L’assessore Cavarra ha deciso di scaricare sul personale comunale alle sue dipendenze, che a suo dire avrebbero confezionato “progetti non idonei”, la responsabilità sul mancato finanziamento all’impiantistica sportiva siracusana, così come mi spiace che l’assessore non abbia voluto replicare, probabilmente per mancanza di argomentazioni, alle mie rimostranze sul tema della privatizzazione degli impianti sportivi comunali, in barba agli annunci programmatici dell’amministrazione che rappresenta”. Questa la controreplica dell’ex parlamentare regionale Edy Bandiera che incalza: ” All’assessore Cavarra, vorrei chiedere quante volte si sia recata a Palermo per interfacciarsi con i funzionari che hanno valutato i progetti in questione o perché non abbia ritenuto opportuno sottoporre all’attenzione della deputazione regionale siracusana tale questione che, viste le difficoltà economiche in cui versa l’ente, doveva rappresentare una priorità. Per la mia breve esperienza in regione, posso rassicurare l’assessore che anche nell’epoca della famigerata “rivoluzione crocettiana”, che certamente non sarà ricordata come un’epoca di buona politica o di svolta della regione, un risultato positivo, tante volte, lo si ottiene anche attraverso un’adeguata interlocuzione con gli uffici regionali preposti che consente, non di richiedere privilegi o scorciatoie, ma di mettere adeguatamente in risalto la bontà delle idee progettuali, degli elaborati, nonchè le legittime esigenze dei territori, specie di quelli capoluogo di provincia e di particolare valenza, come il nostro, nei quali spesse volte si celebrano iniziative sportive di respiro provinciale, regionale ma anche nazionale ed internazionale. Tutte questioni, queste ultime, che fredde schede progettuali non sono in grado di rappresentare, anche se elaborate da personale capace, che negli anni si è distinto per buoni risultati in termini di captazione di finanziamenti, come nel caso del finanziamento della pista ciclabile di Siracusa, per fare un esempio”.

“Se, come a questo punto temo è accaduto – continua Bandiera – che l’assessore è stata distratta dall’iter di privatizzazione degli impianti sportivi che ha condotto in questi mesi o occupata da altro e non si è fatta carico di seguire o far seguire a Palermo l’iter istruttorio della procedura di valutazione, comprendo meglio di chi sono le responsabilità sulla clamorosa esclusione di un comune dall’importante tradizione sportiva come Siracusa che, perdendo finanziamenti regionali, tartassa i cittadini con tasse e tariffe tra le più esose d’Italia e con ulteriori tasse occulte rappresentate, in questo caso, dai costi che cittadini e famiglie sostengono per la pratica sportiva in strutture private o privatizzate dal comune. La vicenda è molto spiacevole, in termini di mancata opportunità per la città dal punto di vista economico e sociale e il dato finale purtroppo resta uno ed è incontrovertibile. Tanti comuni, anche a noi vicini, ottengono finanziamenti anche milionari”.

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