Michele Mangiafico: “Siracusa resta ancora una città d’Amare?”
Al tempo, non fui un estimatore dell’Amministrazione comunale guidata da Giancarlo Garozzo, avendo ispirato una lista civica che contribuì a scrivere il programma elettorale del candidato Sindaco Ezechia Paolo Reale. Tuttavia, nel corso del mio cammino politico, ho già avuto l’opportunità – nel 2008, presso l’ex Provincia – di subentrare ad una coalizione di altro colore politico, cercando con senso della misura, nell’analisi di progetti e servizi, di non “gettare il bambino con l’acqua sporca”. Alla mezzanotte dello scorso lunedì si è chiuso un capitolo importante scritto dalla passata Amministrazione comunale e, sinceramente, mi sono chiesto se il silenzio dell’ex Sindaco fosse un silenzio compiacente oppure – per dirla con le parole di Elbert Hubbard – il silenzio di chi ritiene che probabilmente le proprie parole non verrebbero comprese.
“Siracusa d’Amare”. Si chiamava così il progetto con cui l’Amministrazione di Giancarlo Garozzo inaugurò il 9 agosto 2014 il servizio dei bus navetta nella città di Siracusa. Un servizio di cui l’ex primo cittadino andava molto fiero e che, oggettivamente, rispose all’elenco delle cose buone del passato quinquennio. Rutta e ciauli, Pozzo Ingegnere e Marinaretti. Queste alcune delle fermate che fecero i primi bus navetta. Una città che puntava ad essere “smart”, ma con la consapevolezza di voler preservare le proprie tradizioni. Si iniziò con sei bus, tre linee e oltre cinquanta fermate. Contestualmente, cambiarono anche gli orari per la ztl in Ortigia, estesa dalle ore 20 alle ore 2 di notte e nelle giornate del sabato e della domenica per l’intera giornata. Cosa è rimasto di quel progetto e di quel servizio sei anni dopo? Un pugno di mosche.
Da lunedì 18 maggio, come anticipavo, l’Amministrazione comunale ha scritto la parola “fine” su “Siracusa d’Amare” sostenendo, tra le altre cose, che si trattasse di navette vecchie e che circolavano sempre meno. Su questo punto, c’è una mistificazione che mira a giustificare il taglio del servizio. Infatti, il servizio che l’Amministrazione comunale non ha voluto prorogare con la scusa dell’epidemia da Covid-19 non è di per sé l’insieme dei bus navetta, ma l’insieme degli autisti che li guidavano. In quanto, com’è noto, spettavano al Comune di Siracusa la manutenzione degli stessi bus e l’acquisto dei ricambi. Per cui, ci troviamo nel classico esempio di colui che accusa un secondo soggetto di essere nudo dopo averlo spogliato. Non è stata, infatti, la ditta appaltatrice del servizio degli autisti a non mettere in condizione i bus navetta di camminare, ma la stessa Amministrazione comunale.
Per chiudere il cerchio, non sta a me difendere l’ex primo cittadino o interpretarne il pensiero, ma ritengo di essere chiamato a valutare cosa sia buono per la mia città al netto di chi lo abbia realizzato e il servizio dei bus navetta lo era. La sua mancanza è già oggetto di disservizio per i nostri concittadini. Non sempre agli errori commessi manca il tempo per rimediare. Mi auguro che – da persone intelligenti quali sono – coloro che in questo momento amministrano la città sappiano mettersi in discussione e recuperare un pezzo qualificante del loro programma elettorale e della loro storia politica. O sarà come l’epilogo degli anni ottanta cantato da Raf: “sono già diventati graffiti ed ognuno pensa a sé”.