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Noto. Tenta di aggredire la ex moglie ed i carabinieri: arrestato

Il rappresentante della pubblica accusa e la parte civile hanno chiesto la conferma della condanna a 30 anni di reclusione inflitta dal gup del tribunale aretuseo, Carla Frau, a carico di Paolo Cugno, il 28enne manovale canicattinese, che uccise la sera del 17 marzo del 2018 la compagna venticinquenne Laura Petrolito con 16 coltellate gettandone il cadavere in un pozzo artesiano. A conclusione della requisitoria, il pg Antonio Nicastro, ha ripercorso l’intera vicenda giungendo alla conclusione di una conferma della condanna per l’imputato. Medesima richiesta hanno avanzato i legali della parte civile, gli avvocati Domenico Mignosa e Mario Di Marca, che hanno sostanzialmente ribadito come i consulenti abbiano confermato che Paolo Cugno non soffra di particolari disturbi psichici e che, quindi, fosse in grado di intendere e di volere nel momento in cui uccise la compagna. Nel corso dell’udienza di ieri, la madre dell’imputato, in preda a una crisi di rabbia, ha gridato di avere sentito delle menzogne sul conto di Cugno e che la vittima fosse gelosa nei confronti del suo compagno manifestando spesso la propria aggressività. Il presidente della corte d’assise d’appello ha fatto allontanare la donna dall’aula prima di fissare la nuova udienza del processo per il 22 settembre. In quell’udienza toccherà all’avvocato Gianbattista Rizza, svolgere l’arringa in difesa dell’imputato. Subito dopo i giudici sin ritireranno in camera di consiglio per emettere la sentenza.

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