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Siracusa. Sanità, i cittadini: “prenotazioni visite e pagamento ticket, è caos”

Visite mediche all’Asp di Siracusa? Se paghi subito, altrimenti tra un anno. “Gli operatori degli sportelli del Centro unico di prenotazione distribuiti in maniera uniforme su tutto il territorio provinciale assicurano anche le prenotazioni telefoniche dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 e dalle 15 alle 17 tutti i martedì e giovedì della settimana”.

È quello che si legge nel sito dell’Asp di Siracusa, ma, di fatto, le prenotazioni sono divenute per i cittadini un vero dramma; non c’è motivo di mettere in dubbio quanto riportato, ma la stessa cosa vale anche per i cittadini che lamentano il disservizio.

Anche se, per la verità, nello stesso sito viene riportato che “è possibile connettersi per il recupero della compartecipazione alla spesa di prenotazioni non disdette, il regolamento del centro Unico di prenotazioni e altre informazioni utili per gli assistiti”, ma, in pratica, dicono i malcapitati, “non funziona niente”. Se però, si chiede una visita “intramoenia“ la soluzione è quasi immediata. Cioè, si attua la vecchia regola: se paghi sarai servito subito e con rispetto, altrimenti diventi uno dei tanti della truppa a massa e senza rispetto. Insomma, puoi morire.

Ma è tutta la Sicilia ad essere nel caos; attese per visite ed esami oltre ogni limite imposto per legge. La Sicilia, di fatto e di diritto, risulta impreparata di fronte alla riforma che prevede una riduzione dei tempi per le visite programmate. Nel nostro brodo locale, sono tanti i cittadini che si sono rivolti alla nostra redazione per denunciare i disagi patiti ogni giorno per le prenotazioni e il pagamento del rispettivo ticket. Parlano di “confusione e centralini telefonici sordi e muti”.   
 
A distanza di ben 12 anni dopo il primo piano
ministeriale e 10 da quello regionale varato nel 2009, le liste d’attesa di Asp e ospedali sono ancora nel caos, come documentato da una recente inchiesta di Repubblica Palermo di qualche mese fa. “Passa un anno per una ecografia all’addome all’ospedale Civico di Palermo, cinque mesi per una visita al cuore all’ospedale pediatrico Di Cristina, addirittura 240 giorni per una visita oncologica all’Asp di Ragusa. E questi sono solo alcuni esempi di sforamento. Altri li hanno segnalati i cittadini al numero verde del ministero 1500 che vede la Sicilia quarta per numero di segnalazioni sulle liste d’attesa bibliche – sempre nell’inchiesta del quotidiano La Repubblica, il nuovo piano nazionale prevede che le Regioni si dotino di strumenti per mettere in rete i centri unici di prenotazione pubblici e privati convenzionati, in modo che i pazienti possano prenotare nella struttura col minor tempo di attesa possibile per classe di priorità. Già da anni in Sicilia si parla di un Sovracup regionale, ma è ancora al palo. Il sistema di acquisto nazionale per gli appalti pubblici Consip ha da poco aggiudicato la gara per la realizzazione del Sovracup a una associazione temporanea di imprese che vede come capofila Almaviva. Ora si aspetta la firma del contratto, che deve essere stipulato tra l’ufficio informatico della Regione (Arit) e le aziende vincitrici. Ma ci vorranno ancora mesi per mettere in rete tutte le agende pubbliche e private”.

E ancora: “Pugno duro anche sui nuovi direttori generali. La Regione aveva deciso di adottare una linea più morbida: nella bozza del contratto all’esame della giunta, il rispetto dei tempi massimi per visite ed esami è solo uno dei criteri di valutazione che concorre al giudizio complessivo dell’operato dei manager. Se il piano ministeriale dovesse passare senza modifiche, invece, la violazione dei tempi di attesa massimi sarà motivo di rimozione dall’incarico e la Regione dovrà recepire la modifica nei nuovi contratti”.

Aspettiamo un chiarimento da parte dei vertici dell’Asp, magari con qualche novità circa la ripresa dell’attività, dopo il coronavirus che aveva azzerato ogni prenotazione e visite mediche.   

C.A.
 

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