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Siracusa, soldi per evitare di pubblicare foto osè: patteggia

La tecnica era più che collaudata. Bastava chattare su facebook; prendere di mira una donna, lusingata dalle parole galanti e incuriosita dalla richiesta di incontrarsi. Dietro quella realtà virtuale, però, si nascondeva un uomo che, una volta conosciute e ottenuto il loro cuore, tirava su la maschera presentando il suo vero volto non più fatto di dolcezza e cuore, ma aggres-sività e interessi personali e soprattutto richieste pressanti didenaro fino ad arrivare alle minacce. Ne sanno qualcosa due donne, una residente a Palermo, l’altra a Rosolini, le quali hanno avuto un rapporto sentimentale con quest’uomo dal quale ne sono uscite con le ossa rotte e con il portafogli alleggerito. Proprio grazie alla coalizione tra le due donne deluse e arrabbiate, scatta la denuncia e, di conseguenza, i guai giudiziari per l’uomo, A.S., siracusano di 39 anni, il quale è ricorso al rito del patteggiamento per chiudere la partita con la Giustizia. L’imputato, che si trova in regime di arresti domiciliaried ha affidato la suadifesa all’avvocato Alessandro Cotzia, è comparso ieri mattina dinanzi al Gup del tribunale di Siracusa, Michele Consiglio. Questi, su richiesta delle parti, ha applicato la condanna a 3 anni e 4 mesi e 10giorni di reclusione oltre al pagamento di 800 euro di multa. I fatti oggetto della contestazione si rife-riscono ad un periodo compreso tra il 2009e il mese di aprile di quest’anno. Il capo d’imputazione lo vedeva accusato del reato di estorsione.

L’inizio della sua fineè l’incontro tra le due vittime di questa vicenda. Le due donne, si scambiano le esperienze scoprendo che l’uomo le avrebbe raggirate. Così ritengono di recarsi presso la caserma dei carabinieri di Ortigia, dove mettono nero su bianco quanto loro accaduto. La trentasettenne, originaria di Modica ma residente a Rosolini, è quella più ricca diparticolari. Ha raccontato ai militari dell’Arma di avere conosciuto l’imputato attraverso la chat del social network. E’ rimasta impressionata dalla sua caparbietà nell’ottenere un incontro con lei. Tra i due inizia una storia d’amore con le intenzioni di fare sul serio. Nel maggio 2009, i primi sintomi di un atteggiamento che pian piano affiorava. L’uomo decide di ac-quistare un’automobile, che fa intestarealla fidanzata. Luinon riesce a pagare le rate e a più riprese le chiede di anticipare i soldi. La donna si sente sfruttata e non appena chiede spiegazioni del suo comportamento, l’uomo reagisce con violenza. Per farsi dare i soldi non tergiversa a farle delle minacce. In particolare, quelladi pubblicare delle foto compromettenti di rapporti sessuali avuti fra i due. Finisce per dargli 12 mila euro. Simile la storia raccontata dalla quarantasettenne palermitana. Anche lei ha conosciuto l’uomo in chat e dopo due giorni le si è presentato sotto casa con tutte le apparenti buone intenzioni. Peccato che già al primo incontro le aveva chiesto di prestargli i soldi per pagare il pernottamento in albergo. Anche in questo secondo caso sarebbe emerso il carattere aggressivo dell’uomo, che continuava a chiedere soldi sempre con il ricatto di pubblicare foto osè. 3 mila euro la somma che sarebbe riuscito a ottenere dalla malcapitata. Ad aprile l’arresto a seguito di una trappola, innescata dai carabinieri. La rosolinese gli diede un appuntamento per consegnargli la somma che aveva preteso. Dopo avere riscosso i soldi,però, sono piombati i militari dell’Arma, che avevano preventivamente fotocopiato le banconote per arrestarlo.

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