Arci Siracusa: “A Cassibile clima velenoso”
Non accettiamo che i migranti e gli abitanti di Cassibile vengano strumentalizzati per alimentare polemiche e contrasti. Lo stato abitativo dei lavoratori di Cassibile è un problema politico che non nasce oggi e che denunciamo da anni, si ripete ogni anno e senza mai soluzioni strutturali. Il problema parte dall’incapacità di chi ci governa, a tutti i livelli, di risolvere strutturalmente questa enorme discriminazione. I ragazzi che abitano lì infatti sono lavoratori, vivono in condizioni poco sopportabili, hanno storie complicate e sono oggetti di un odio e di una rabbia che non meritano. Lavorano sotto lo scacco di caporali e padroni locali che sfruttano la loro manodopera senza nessuna garanzia o tutela lavorativa e lucrano alle loro spalle. Hanno lavorato anche durante l’emergenza sanitaria, quando il mondo era fermo, affinché il cibo continuasse ad arrivare sulle nostre tavole, rappresentano un pezzo importantissimo della nostra economia e della comunità multietnica di Cassibile.
Quello che è successo oggi, la rabbia che abbiamo visto, mette in luce un problema di cui tutte e tutti noi eravamo consapevoli. Non ci interessa parlare dell’episodio di stamattina, della storia di questo ragazzo o di quanto avvenuto, perché questo non può giustificare in alcun modo una reazione e una strumentalizzazione come quella avvenuta oggi. Circondare il campo, inveire contro i lavoratori accampati, incitare all’odio per un episodio assolutamente innocuo è la conseguenza di un clima velenoso e assolutamente ingiustificabile, oltre che frutto di una narrazione tossica di chi vuole trasformare loro nel nemico e capro espiatorio della grande crisi che stiamo vivendo.
Ormai è chiaro: non si può più temporeggiare, non si può più tamponare il problema. Se questo si presenta ogni anno non può essere chiamato emergenza, non può essere una sorpresa, non può essere affrontata con soluzioni temporanee, lasciando sola l’intera comunità di Cassibile.
Da troppo tempo sarebbero infatti disponibili i container ad uso abitativo ma, bloccati a causa di lungaggini burocratiche incomprensibili, e rimangono fermi e inutilizzabili.
Niente di tutto questo è però accettabile, specie se i tempi d’ufficio o lo scarico di responsabilità si ripercuotono sulla pelle dei ragazzi che lavorano a Cassibile.
L’episodio di oggi mette davanti agli occhi di tutti un problema enorme ma risolvibile, basterebbe avere il coraggio e la volontà politica di farlo.
Tutti, a partire da chi ci amministra a livello locale, regionale e nazionale fino a chi rappresenta lo Stato nel nostro territorio, hanno la responsabilità politica e umana di creare delle soluzioni, di dotarsi degli strumenti giusti- lavorativi, abitativi e culturali- perché sia garantita una vita degna e nessuno si senta più solo e abbandonato dalle istituzioni.
Simona Cascio (presidente Arci Siracusa)