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Siracusa. Petrolchimico: dopo il lockdown riprendono le indagini sull’operazione “No Fly” 

Dopo il confinamento forzato di inquirenti e investigatori a causa del coronavirus, le indagini sull’inchiesta denominata “No Fly” e i dintorni, sono riprese a pieno ritmo. Ma il ventaglio investigativo si sarebbe allargato con tanti possibili nuovi sviluppi e l’acquisizione nei giorni scorsi di una enorme quantità di atti e documenti nelle sedi delle società coinvolte nell’inchiesta giudiziaria della Procura di Siracusa da parte degli investigatori della guardia di finanza e degli uomini del Nictas presso la Procura.

I nuovi riscontri investigativi, appurati dalla Procura, si baserebbero su alcune possibili logiche deduzioni e probabili delatori scaturiti in una sorta di scatole cinesi in cui ci sarebbero per alcune società allo sfondo le attività e le adunanze dei consigli di amministrazione, a partire dagli ultimi 5/6 anni, oltre al possibile inquinamento, smaltimento dei rifiuti, dei fanghi, del percolato, la manutenzione e l’appalto dei lavori.     

Attività che riguardano le tematiche ambientali e le attività dei depuratori legate alla maxi inchiesta sull’inquinamento in generale nel polo petrolchimico siracusano, già in istruttoria. Le indagini coordinate dal Procuratore Fabio Scavone e dirette dai sostituti Tommaso Pagano, Salvatore Grillo e Davide Lucignani. Le operazioni sono state condotte in un primo momento dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Siracusa e dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa, unitamente a personale del Noe di Catania e del Nictas dell’Asp di Siracusa, che hanno portato a termine l’esecuzione ad un provvedimento giudiziario emesso dal Gip presso il Tribunale di Siracusa; quattro gli stabilimenti industriali coinvolti, tutti situati nel Polo Petrolchimico siracusano, fra i comuni di Siracusa, Augusta, Melilli e Priolo Gargallo.

Non c’è pace tra le ciminiere del petrolchimico siracusano. Un dramma senza sosta, carico di dolore, malati e morti a causa dei tumori. Succede all’interno dei luoghi di lavoro, in famiglia, negli spazi di aggregazione. Di solito si subisce con una forte sofferenza interna per paura di essere coinvolti ancor di più in situazioni poco edificanti. La sociologia pratica assume, oggi più che mai, gli aspetti di un fenomeno diffuso, ma con la dovuta riflessione della sintesi intrinseca nella falsa società in cui viviamo.

La logica che insiste nel rappresentare tale siffatta condizione, rimane che solo i poveri periscono di fronte all’arroganza del potere politico-economico, a volte rappresentato da politici senza scrupoli e dai “movimenti” della politica regionale, rea di creare mostri mangia soldi, negli interessi della casta, in dispregio al popolo sovrano solo a parole.

E questo, non solo perché contrari o rei di aver disturbato il manovratore, o più di uno che fa parte del “Sistema Industriale”.

Tutto si svolge in un clima velenoso, amaro, avvilente a tratti misterioso in un bosco di alterazione e menzogne, con tanti giochi di potere e montagne di soldi sparsi in lungo e in largo per la Sicilia dei gattopardi. Infatti, niente cambia e tutto rimane avvolto dalla vecchia e salutare putrefazione della corruzione galoppante.  

Concetto Alota

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