Siracusa, truffe a concessionaria: sette persone indagate
Sette persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura della Repubblica per una truffa compiuta ai danni di una nota concessionaria di Siracusa. L’inchiesta, svolta dagli uomini della squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale, è sorta in seguito a controlli nel settore della compravendita di autoveicoli, con particolare attenzione all’erogazione dei finanziamenti ai probabili acquirenti. Il volume generato dal raggiro è stato stimato intorno ai 50 mila euro.
L’episodio risale all’inizio del mese di luglio di quest’anno. Le persone coinvolte erano dedite alla commissione di truffe ai danni di concessionarie automobilistiche sull’intero territorio nazionale e di società finanziarie ad esse collegate, mediante l’esibizione di falsi documenti d’identità, false buste paga e altri documenti contraffatti per ottenere i finanziamenti necessari per l’acquisto di auto nuove, che successivamente venivano vendute a terzi.
La banda utilizzava buste paga che non destavano particolari sospetti in chi avrebbe dovuto autorizzare il finanziamento, poiché emesse da società note nel circondario catanese. Con queste credenziali si presentavano come coppie sposate, fidanzate, padre e figlia, fratello e sorella. Per completare la pratica, inoltre, fornivano numeri di telefono fisso e utenze cellulari attivate per l’occasione. Cercavano di definire la pratica nello stesso giorno di presentazione della documentazione, per ottenere vetture in “pronta consegna”. La stipula dei contratti è sempre stata fatta a nome di una singola persona, tranne in un caso in cui il finanziamento è stato richiesto da una “coppia”.
Una volta avviata la pratica, arrivava il bonifico della finanziaria, il veicolo veniva immatricolato e consegnato ai presunti truffatori. Come emerso nel corso delle indagini della Polstrada di Siracusa, le autovetture venivano poi rivendute immediatamente a terze persone, acquirenti in buona fede. Le auto “acquistate” con questo sistema erano soprattutto utilitarie o comunque di valore non superiore a 15mila euro, quindi completamente finanziabili e facilmente rivendibili.