Siracusa, lavoro nero sospese sei attività imprenditoriali
Sei attività imprenditoriali sospese, 7 lavoratori in nero individuati, sanzioni per quasi 40 mila euro. Sono questi i numeri dell’attività di controllo eseguita dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro e del comando provinciale di Siracusa, d’intesa con la direzione territoriale del lavoro di Siracusa.
Al centro dell’attenzione il fenomeno del lavoro nero. L’ispezione ha riguardato otto aziende con le quali i lavoratori non avevano raggiunto alcun accordo per una definizione giudiziale delle pretese. Per altre sette imprese l’accesso ai controlli è avvenuto su iniziativa o su segnalazione di altri enti in diversi comuni della provincia.
I carabinieri hanno riscontrato la presenza di sette lavoratori in nero su ventidue controllati: quasi un lavoratore su tre operava senza alcuna tutela assicurativa e previdenziale anche se la situazione in provincia di Siracusa non è fra le peggiori della Sicilia.
Per sei aziende è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale e nei confronti di altrettanti titolari è scattato l’obbligo di mettere in regola i dipendenti occupati in nero e quindi versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti.
In conseguenza delle irregolarità riscontrate, alle aziende ispezionate sono state contestate sanzioni amministrative per circa 40 mila euro e verranno inoltrate le conseguenti comunicazioni sociali e dei contributi e inviate segnalazioni agli uffici per la verifica delle violazioni in materia fiscale o tributaria.
Nell’ambito di tale servizio, sono state deferite alla Procura di Siracusa altre sei persone a vario titolo per omesso versamento di quote di contributi trattenute ai dipendenti; falso ideologico; utilizzo abusivo di impianti di videosorveglianza.
“I risultati ottenuti nelle attività ispettive appaiono più contenuti a quanto si riscontrava in passato – spiega il procuratore capo Paolo Francesco Giordano – segno che è in atto un’inversione di tendenza in una regione ove l’ingerenza del malaffare si attesta su livelli considerevoli”.