Sandro Romano: “Santa Lucia, la devozione e la Luce”
La sua festa liturgica cade il 13 dicembre, antecedentemente all’introduzione del calendario moderno (1582) la sua festa procedeva il giorno del Solstizio d’Inverno (da cui il detto S. Lucia il giorno più corto dell’anno che ci sia). Tenendo conto che nel calendario Gregoriano il Solstizio cadeva proprio il tredici dicembre, che se proprio non è il “giorno più corto” è sicuramente il giorno in cui il sole tramonta prima. Tutto ciò è valido solo per l’emisfero Nord della Terra, in quanto nell’emisfero Sud questo è uno dei giorni più lunghi dell’anno.
Lucia nacque a Siracusa, ma non conoscendone la data esatta, ed avendo subito il martirio sotto Diocleziano, si è voluto fissare la nascita al 283. La giovane apparteneva ad una ricca famiglia siracusana, ma essendo stata promessa sposa ad un pagano, ed essendo Ella convertita al Cattolicesimo, ed avendo fatto voto di verginità, per una grazia ricevuta, rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del suo fidanzato fu sottoposta a diverse torture che, dopo tremendi tormenti, la portarono alla morte.
L’iconografia la rappresenta con in mano un mazzo di spighe e una tazza contenente gli occhi che le erano stati strappati durante le torture a cui è stata sottoposta, ed in più con un pugnale conficcato in gola, forse a significare l’ultimo e definitivo tormento a cui è stata sottoposta: la decapitazione.
Molti artisti l’hanno voluta rappresentare così, uno fra tutti il Caravaggio nella sua opera intitolata “Il seppellimento di S. Lucia”.
La figura di S. Lucia nel corso dei secoli è stata fonte di ispirazione non soltanto sul piano strettamente religioso e teologico o artistico, ma anche letterario. La figura della Santa ispirò Dante Alighieri che nel “Convivio” afferma che avendo subito in gioventù una malattia agli occhi ne sia guarito tramite una sua intercessione, ma soprattutto è menzionata, sia allegoricamente che simbolicamente nel suo viaggio descritto nella Divina Commedia.
Maria, Beatrice e Lucia sono le Donne che hanno permesso, per volere Divino, questo cammino di redenzione al personaggio Dante, ma tra di Esse, la Vergine siracusana rappresenta, per il Sommo Poeta, l’ineludibile anello di congiunzione (e quindi il superamento) fra l’esperienza terrena del PECCATO e il provvidenziale cammino ASCETICO CONTEMPLATIVO dell’esperienza oltremondana.
Ed è appunto a questa interpretazione della figura di S. Lucia che si collega Dante, in un’aspra e aperta polemica con il contesto storico di decadenza morale, politica, civile del suo tempo, tema, peraltro, di fondo che percorre tutta l’opera della “Selva Oscura” all’ascesa verso l’Empireo, accompagnandolo e così agevolando il suo viaggio. E così dopo averlo aiutato ad intraprendere il difficile cammino di salvezza, a seguito dello smarrimento nella “Selva Oscura” lo mette in condizione di intraprendere il percorso della purificazione dei propri peccati.
La celebrazione della festa in un giorno vicino al Solstizio d’Inverno, è probabilmente dovuta alla volontà di sostituire vecchie feste popolari che celebravano la luce e che si festeggiavano nello stesso periodo.
Altre tradizioni religiose festeggiano la luce in periodi vicini al solstizio d’Inverno come ad esempio la festa di HANUKKAH ebraica, che dura otto giorni, come per la Santa di Siracusa, o per la festa di PAVALI celebrata in India, ed anche e soprattutto al culto di Demetra e della dea Cerere nella cui ricorrenza iniziavano le feste dei Saturnialia che si includevano col Dies Natalis Solis Invicti.
La devozione di questa Santa è molto diffusa in Svezia dove è molto venerata, sia dalla Chiesa Cattolica che da quella Luterana. In questo paese rappresenta proprio la festa della Luce (è proprio dalla parola luce che si vuol far derivare il nome Lucia) ma soprattutto bisogna ricordare che il vero nome di Lucia era il greco LUKIA, che era un nome proprio di persona, ma allo stesso tempo derivava dalla voce greca LUKE (LUCE) in quanto a quell’epoca in Sicilia si parlava ancora il greco.
Ma si intende anche festa della Luce Interiore dove la conoscenza caccia l’ignoranza raggiungendo la gioia, la continenza, la fermezza, la giustizia, la verità, il bene, la vita ed infine la “LUCE”. Si effettua così la rigenerazione dell’anima.
Sandro Romano