Siracusa, truffa: la Procura chiede il giudizio per sei ex consiglieri comunali
La Procura della Repubblica di Siracusa chiede il rinvio a giudizio a carico di sei ex consiglieri comunali e a carico di sette imprenditori tutti coinvolti nell’inchiesta portata a termine dagli uomini della Digos della Questura di Siracusa e accusati del reato di truffa ai danni del Comune di Siracusa nell’ambito delle cosiddette fantassunzioni, legate a presunti copntrarti di lavoro subordinato ma fittizi per ottenere dal Comune capoluogo i relativi rimborsi previsti dalla normativa regionale.
Il pm Tommaso Pagano (subentrato al collega Marco Bisogni che ha coordinato le indagini) avrà modo di argomentare la sua richiesta di rinvio a giudizio in occasione dell’udienza preliminare, fissata per il 12 dicembre prossimo al cospetto del Gup del tribunale di Siracusa, Stefania Scarlata.
Davanti al giudice dovranno comparire Sergio Bonafede, Adolfo Mollica, Piero Maltese, Riccardo Cavallaro, Riccardo De Benedictis, Franco Formica, tutti consiglieri in carica fra il 2008 ed il 2013, e gli imprenditori, nella qualità di datori di lavoro di questi ultimi, Natale Calafiore, Giuseppe Serra, Sebastiano Solerte, Roberto Zappalà, Paolo Pizzo, Marco Romano, Maurizio Masuzzo.
L’inchiesta è scattata nel luglio dello scorso anno ed ha portato al sequestro di una somma complessiva di 657 mila 965euro (provvedimento confermato dal tribunale del Riesame di Catania). Sono complessivamente cinquanta gli episodi di truffa singolarmente contestati agli imputati a cui va ad aggiungersi la contestazione di falso ideologico. Secondo quanto ricostruito dalla magistratura, i consiglieri comunali finiti nel mirino della Digos avrebbero attestato in più occasioni la loro presenza alle riunioni indette dalle diverse commissioni senza in realtà partecipare ai lavori degli organi assembleari. Così facendo avrebbero indotto in errore i segretari delle diverse commissioni che, a loro volta, attestavano inconsapevolmente nelle certificazioni riepilogative mensili il numero delle commissioni alle quali risultavano avere partecipato i diversi consiglieri. Dagli accertamenti condotti dalla Digos attraverso l’analisi certosina di tutti i verbali redati dalle commissioni consiliari nel periodo preso in esame, sarebbero emerse altre irregolarità nella gestione dei lavori delle diverse commissioni sempre riferite ad un periodo compreso tra il 2008 ed il 2013.
L’indagine, scattata nel settembre del 2012, ha portato al sequestro di diversi faldoni relativi ai rimborsi elargiti alle ditte dove risultavano impiegati i consiglieri in carica dal 2008 al 2013. Gli agenti della Digos hanno effettuato sequestri preventivi di conti correnti bancari e postali ma anche di cassette di sicurezza intestate ai tredici imputati. Stando a quanto ipotizzato dalla magistratura, i consiglieri comunali, in concorso con i rispettivi datori di lavoro, avrebbero stipulato in maniera fittizia contratti di lavoro subordinato, in occasione della loro elezione, presentando successivamente la documentazione attestante l’esistenza del rapporto di lavoro presso gli uffici del Comune, senza tuttavia svolgere alcuna attività lavorativa alle dipendenze di queste società.
Sfruttando a loro vantaggio la normativa regionale avrebbero compilato e presentato periodiche richieste di rimborso relative alle commissioni permanenti inducendo così in errore il Comune di Siracusa a versare le somme di denaro che per la Procura di Siracusa non sarebbero state dovute.