Omicidio Nastasi, la Procura dispone il giudizio immediato per il presunto killer
La Procura aretusea ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di Raffaele Forestieri, il 42enne pachinese, accusato di avere ucciso il 34enne Emanuele Nastasi, scomparso da casa il 4 gennaio 2015 e il cui corpo non è stato più ritrovato. Il pm Gaetano Bono, che ha coordinato le indagini insieme con il procuratore aggiunto, Fabio Scavone, ha deciso di superare la fase dell’udienza preliminare e di andare direttamente al dibattimento davanti alla corte d’assise. Il pubblico ministero ritiene di avere in mano prove decisive con le quali sostenere l’accusa a carico dell’imputato, che dalla scorsa estate si trova detenuto in carcere.
Il passaggio fondamentale per il quale la Procura ha chiesto il processo senza passare dal filtro del Gup, deriva dal recente verdetto della Cassazione che ha rigettato il ricorso proposto dalla difesa dell’imputato, che ha chiesto di annullare l’ordinanza. Sono stati i carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Noto a stringere il cerchio attorno a Forestieri, arrestato il 4 giugno su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale, Salvatore Palmeri. Raffaele “Rabbiele” Forestieri è accusato di omicidio e di soppressione di cadavere, per fatti avvenuti proprio sei anni fa. Dello stesso omicidio avrebbe dovuto rispondere Paolo Forestieri che, però, è stato ucciso in un agguato, avvenuto a Portopalo appena due mesi dopo, la sera del 28 marzo del 2015.
All’epoca dei fatti era stata rinvenuta in contrada Camporeale nelle campagne del comune di Pachino l’autovettura di Nastasi, una Fiat Panda di colore azzurro, che qualcuno aveva dato alle fiamme. Due anni fa, i sopralluoghi effettuati dai carabinieri in diverse località del territorio pachinese, hanno fatto emergere nuovi elementi ritenuti di interesse investigativo fino a che il caso non è stato riaperto. Per gli inquirenti, Nastasi avrebbe pagato al prezzo della vita un debito di 80 euro per la fornitura di eroina, acquistata circa una settimana prima. La vittima ritenne quella partita di qualità scadente e di quantità inferiore e per questo motivo avrebbe avanzato rimostranze ai venditori. I due Forestieri se la sarebbero legata al dito e, alla prima occasione, gli avrebbero presentato il conto.
Quello di Pachino continua a rimanere un caso di lupara bianca perché, nonostante il corpo di Emanuele Nastasi sia stato lungamente cercato nelle campagne di Pachino e Portopalo, anche con l’impiego di personale specializzato del Nucleo Speleo-Alpino-Fluviale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa, a tutt’oggi non si riesce a trovare.