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Centro congressi, Progetto Siracusa: “Si faccia un confronto pubblico”

La città si divide sull’opportunità di realizzare un centro congressi di grande respiro fuori da Ortigia. Il dibattito è stato aperto dal presidente della Camera di Commercio, Pietro Agen che in settimana ha rilanciato l’ipotesi di un centro congressi da 5mila posti. Oggi interviene Progetto Siracusa che si dice favorevole all’iniziativa della Camcom. Il movimento auspica un confronto pubblico sull’individuazione nel territorio di Siracusa di un’area per la costruzione di un moderno Centro Congressi, che la Camera di commercio del Sud Est ha annunciato di voler realizzare.

“L’esistenza di tale struttura – commenta il portavoce del movimento, Ezechia Paolo Reale – rappresenterà, infatti, un’importante possibilità di diversificazione della nostra offerta turistica legandola ad aspetti di destagionalizzazione che favorirebbero non soltanto il comparto ma tutta l’economia della città. E’, però, giusto esprimere subito la nostra perplessità sull’ipotesi, avanzata da più parti, di utilizzare a tal fine l’ex cinema Verga, sia per le ovvie ragioni di tipo logistico, essendo già sufficientemente caotica la situazione dell’isola di Ortigia, sia perché il Centro Congressi dovrà servire le esigenze anche degli altri territori limitrofi, quali quelli di Catania e Ragusa, diventando baricentrico.

“Crediamo – dice Reale – che una struttura di tipo medio, non la cattedrale nel deserto a cui qualcuno ha iniziato a fare riferimento, possa essere confacente a tale obiettivo.  Ricordiamo che nel PRG l’area da destinare al Centro Congressi era già stata individuata attraverso lo studio, le valutazioni e le scelte di un grande urbanista, il compianto prof. Gabrielli, e ogni riflessione ulteriore dovrebbe, oggi, partire da quegli studi e da quelle riflessioni, che sono patrimonio della nostra città e di tutti i cittadini siracusani. Riteniamo in ogni caso che un’occasione come quella che si sta palesando non debba essere persa in termini di sviluppo e rilancio economico del nostro territorio e che i soliti discorsi superficiali e poco concludenti che caratterizzano l’approccio “siracusano” al tema dello sviluppo, particolarmente quando le scelte coinvolte sono di tipo urbanistico, non debbano ancora una volta prevalere”.

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