Petrolchimico siracusano: quei serbatoi colabrodo che inquinano la falda acquifera
I serbatoi per lo stoccaggio di idrocarburi nella zona industriale siracusana, rappresentano dal punto di vista ambientale una potenziale fonte di contaminazione per la falda acquifera. Puntuale periodicamente si registra la notizie a scoppio ritardato della contaminazione del sottosuolo. E questo è dovuto alle perdite per foratura, o sversamenti in fase di riempimento, specie per i serbatoi vetusti e che per la cronaca ci hanno sempre deliziato con la brutta notizia: vedi il famoso pozzo Cannamela a Priolo, la perdita dei serbatoi a Città Giardino e altre mille volte; evento che è stato da sempre registrato con con una doppia verità: quella vera e quella minimizzata dalle industrie. Quello che non si vede è la grande quantità d’idrocarburi che giacciono in fondo la mare, oltre ai rifiuti pericolosi che hanno invaso la rada di Augusta e l’intera costa della Sicilia sud orientale. Foto in copertina di repertorio.
Intanto, mentre scriviamo a Siracusa nel quartiere la Pizzuta si registra la fuoriuscita dai rubinetti una forte puzza di benzina. Un residente della zona R.G. ci ha segnalato pochi minuti fa il fatto preoccupatissimo.
L’ultima emergenza è scattata nella zona denominata SG10 di Priolo. In quell’area insiste il parco serbatoi per grezzi e prodotti lavorati di proprietà della Lukoil. L’allerta è scattata a seguito della presenza di una possibile perdita di idrocarburi monitorato da un piezometro, collocato da Eni Refinding a valle del campo serbatoi dell’Isab Lukoil.
Nel futuro, la speranza che con la progressiva sostituzione dei parchi serbatoi da parte delle principali compagnie petrolifere, il rischio d’inquinamento per il sottosuolo è destinato a diminuire grazie ai severi requisiti di sicurezza ora adottati con la doppia parete, il sistema di rilevamento perdite e altro.
La verifica dell’integrità dei serbatoi può essere fatta mediante prove di tenuta, con i sondaggi nel terreno circostante o valutando direttamente l’eventuale presenza di contaminazione sul sottosuolo al momento della rimozione del serbatoio. Quello che manca sono i controlli mentre rimane il sospetto dei rapporti ravvicinati tra le parti in causa, in primis la politica.
C.A.