Avola, il porto turistico della discordia
Il Porto Turistico e la viabilità portuale ad Avola sono al centro dell’attenzione politica per uno scontro in atto tra il sindaco Cannata e l’opposizione. Il primo cittadino avolese ha approfondito la tematica nel corso di un suo lungo intervento nella seduta del consiglio comunale del 18 febbraio. L’ex presidente della Provincia regionale di Siracusa, Nicola Bono, ha provato a ribattere a quelle dichiarazioni sostenendo che questa vicenda dimostra che per anni, a fronte di un progetto portato avanti dal 2002 in poi dalla amministrazione Di Giovanni, di realizzare un’opera come il porto turistico-peschereccio, invece di completare il lavoro e realizzare la strategica infrastruttura, è stata scelta la strada di rinunciare a questa prospettiva, per ragioni incomprensibili e che dovrebbero essere chiarite, optando, invece, per la via del “non fare” senza un valido motivo e soprattutto senza offrire alcuna valida alternativa alla crescita ed allo sviluppo economico della città.
Per Bono si tratta di “Un errore gravissimo, che si vuole continuare a prolungare all’infinito, invece di prenderne atto e correre velocemente ai ripari. Non possiamo continuare a vivere ascoltando bugie che nascondono l’incapacità di programmare il domani”. Ha difeso la scelta che fece l’amministrazione Di Giovanni rispetto al progettista, pagato 51mila euro e non 64mila euro, come sostenuto da Cannata in consiglio comunale. Bono ha replicato alle critiche mosse dal sindaco Cannata che ha definito illegale la scelta operata dall’impresa aggiudicataria dell’appalto di nominare lo stesso ingegnere Malandrino quale proprio progettista. L’ex deputato regionale ha sottolineato che se è vero che per il Prg di Avola, l’amministrazione Cannata abbia speso 90 mila euro, è altrettanto vero che si trattava di una revisione e che alla stesura dello strumento urbanistico abbia partecipato l’Università di Catania con cui il comune di Avola ha sottoscritto una specifica intesa.
Insomma, la questione del porto turistico di Avola, a distanza di 19 anni, continua a proporre strascichi polemici per un’opera pubblica di potenziale sviluppo dell’economia cittadina che rimane, però, sulla carta.