Siracusa, in decisione in Tribunale il caso Basile
E’ andato in decisione il processo intentato dall’ex sovrintendente ai beni culturali di Siracusa, Beatrice Basile, che è ricorsa al tribunale sezione civile del capoluogo per impugnare il decreto di rimozione dalla carica, emesso dal dirigente generale del Dipartimento ai beni culturali della Regione siciliana, alla fine del mese di agosto scorso.
Ieri mattina, dinanzi al presidente della sezione civile del tribunale, Anna Maria Guglielmino, s’è discussa la causa della Basile. L’avvocato Giovanni Randazzo, che ha preso le difese dell’ex Sovrintendente, ha argomentato sottolineando la pretestuosità del provvedimento e anche l’illegalità del mantenimento della sospensione per un periodo superiore ai 30 giorni come previsto dalla normativa.
Il legale difensore ha anche eccepito sull’assenza di motivazioni plausibili ed esaustive circa l’allontanamento della dottoressa Basile. In giudizio si è costituita anche Legambiente, con il patrocinio dell’avvocato Corrado Giuliano. L’ex sovrintendente ha di fatto impugnato la sostituzione dall’incarico di Sovrintendente, con il nuovo titolare, Calogero Rizzuto, al quale agli inizi di settembre ha passato le consegne. In buona sostanza, si è rivolta alla Giustizia per ottenere l’annullamento del provvedimento e la reintegrazione nel posto di lavoro. La Basile ha intrapreso la stessa strada che aveva battuto il suo predecessore, Orazio Micali, che ottenne dal giudice la reintegrazione anche se poi non è mai avvenuta nei fatti. Con due distinti decreti, infatti, nel luglio scorso l’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana ha prima reintegrato Orazio Micali nel ruolo di soprintendente di Siracusa, così come aveva disposto all’inizio di giugno il Giudice del lavoro; poi, il giorno successivo, l’11 luglio, ne ha decretato la revoca da ogni incarico dirigenziale per 16 mesi, per la condanna di primo grado inflitta allo stesso Micali per i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico, commessi mentre ricopriva un precedente incarico di dirigente presso la Soprintendenza di Messina. Tutto lasciava supporre che la Basile avesse continuato a mantenere la carica di Sovrintendente. Invece, le cose sono precipitate e una poderosa spallata alla sua sospensione prima e alla rimozione poi, è avvenuta a seguito del caso della piscina installata nella villa dell’ex assessore regionale all’Ambiente, Maria Rita Sgarlata, per questo motivo costretta a dimettersi dalla carica politica.
Gli ambientalisti siracusani hanno visto in questo provvedimento e nella successiva rotazione con annesso azzeramento del gruppo dirigenziale della Sovrintendenza ai beni culturali, un preciso disegno politico tendente ad azzerare il vertice della Sovrintenza che fino a quel momento aveva agevolato l’adozione delle linee guida per il parco archeologico della Neapolis, ponderato il piano paesaggistico, spinto per il blocco della costruzione di villette nella zona balneare siracusana e a Tremmilia. A nulla sono valse le manifestazioni di solidarietà a favore del reintegro di Beatrice Basile, che ha dovuto lasciare la carica insieme con i tre funzionari della Soprintendenza Rosa Lanteri (beni archeologici) Alessandra Trigilia (paesaggistici) e Aldo Spataro (architettonici).