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Operazione Algeri, dal Gip scena muta di Maximiliano Genova

Anche Maximiliano Genova, il 39enne siracusano ritenuto il promotore del gruppo che operava nel traffico degli stupefacenti nella zona di via Algeri, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’indagato, assistito dall’avvocato Junio Celesti, è comparso in remoto davanti al gip del tribunale di Catania, Andrea Filippo Castronuovo per sottoporsi all’interrogatorio di garanzia. Come la stragrande maggioranza delle altre persone coinvolte nell’operazione “Algeri”, portata a compimento dai carabinieri del nucleo operativo, anche Genova ha preferito non rispondere alle domande del giudice e del pm Assunta Musella. Genova è stato estradato la scorsa settimana da Malta dove gli è stato notificato il mandato di arresto europeo che era stato spiccato nei suoi confronti. Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha attivato le procedure per accogliere Genova in una struttura penitenziaria sul territorio italiano.  

Genova si era stabilito già da qualche mese nell’isola di Malta e al momento della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Catania, Castronuovo, è stato ritenuto irreperibile anche se nel corso della stessa mattinata è stato poi rintracciato. Deve adesso rispondere dei reati connessi all’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Per gli inquirenti, Genova imponeva la presenza degli spacciatori a tutte le famiglie che abitavano nelle palazzine, le quali erano obbligate talvolta a garantire la copertura e a nascondere lo stupefacente nelle abitazioni di persone incensurate che, per timore di ritorsioni, accettavano di collaborare.   

Intanto, è stata fissata per giovedì l’udienza davanti al tribunale del riesame di Catania per buona parte degli indagati coinvolti nell’operazione “Algeri”. I legali difensori hanno avanzato richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Castronuovo. 

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