Associazione guide turistiche: nonostante il Covid fatturato in aumento
L’associazione delle guide turistiche siracusane non può accedere ai ristori previsti dal governo per tutte quelle partite Iva che abbiano subito danni e flessioni del fatturato a causa dell’emergenza covid. Nonostante lo scorso anno sia stato registrato un netto calo di presenze turistiche, con un quasi azzeramento dei turisti provenienti dall’estero, il fatturato degli operatori è stato maggiore rispetto a quello del 2019.
“A nostro favore – spiega Carlo Castello, presidente dell’associazione guide turistiche – è accorso un accordo stipulato con la società Aditus, che gestisce in servizi aggiuntivi, attraverso il quale è stato istituito un biglietto integrativo con cui i visitatori, oltre all’accesso al parco della Neapolis (pari a 10 euro) può usufruire della guida turistica, acquistando un altro biglietto da 11 euro.
Dal primo luglio alla fine di settembre, Aditus ha registrato la partecipazione di circa 6mila persone e generando un fatturato complessivo di circa 35mila euro per le guide, con il coinvolgimento di venti operatori turistici locali, che appartengono all’associazione.
“Dell’opportunità – aggiunge Castello – hanno usufruito numerosi avventori italiani, che hanno usufruito della nostra presenza. Questo ci ha permesso di guadagnare, tra la prima metà di luglio e il mese di ottobre dello scorso anno, più di quanto abbiamo fatturato nell’anno precedente. Una condizione, insomma, che ci ha permesso di fare fronte alla flessione della presenza dei visitatori, dovuta al rispetto delle misure di contenimento del covid”.
L’esperienza sarà riproposta nella prossima stagione estiva. “Si tratta di un esperimento unico in Italia – dice Castello – che è stato possibile grazie alla sensibilità della società privata che gestisce la biglietteria del parco archeologico della Neapolis”.
Per la prossima stagione estiva, essendoci ancora il problema covid incombente, l’associazione delle guide turistiche sperano che il ministro Franceschini faccia le dovute valutazioni. “Abbiamo sollecitato il ministro per i Beni culturali – dice Castello – a programmare già dal mese di maggio l’apertura dei parchi archeologici che, a nostro avviso, non devono seguire la sorte dei musei e degli altri monumenti al chiuso, ma avere una regolamentazione a sé stante. I parchi archeologici sono molto pochi in Italia e concentrati quasi tutti al Sud. Penso al Foro romano, a Pompei, a Ercolano per continuare con Metaponto, Crotone, Isola di Capo Rizzuto in Calabria, mentre in Sicilia, oltre alla nostra Neapolis, penso a Selinunte, Piazza Armerina. In questi parchi all’aperto è possibile rispettare il distanziamento tra i visitatori, rendere contingentati i flussi di turisti anche attraverso un sistema di prenotazione.