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Covid-19. In Sicilia 875 nuovi contagi, 10 decessi e 584 guariti, Siracusa terza città per contagi: 93

Covid-19. Lieve diminuzione dei contagi nell’Isola con i tamponi dimezzati, che passano sotto i mille con una incidenza di 875 nuovi positivi su 16.558 tamponi processati, con una incidenza di poco superiore al 5,3% per effetto del quasi dimezzamento del numero di tamponi. La rete distribuzione dei contagi registra tra le province Palermo: 246, Catania 206, Siracusa 93, poi Messina 79, Ragusa 76, Caltanissetta 69, Agrigento 53, Trapani 33, Enna 20. I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 10 e portano il totale a 5.162. Il numero degli attuali positivi è di 25.758 con un aumento di 281 casi. I guariti oggi sono 584. Nelle strutture ospedaliere i ricoverati sono 1.399, 6 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 187, due in meno rispetto a ieri.

Per quanto riguarda l’inchiesta dei dati falsi del Covid, sono stati revocati gli arresti domiciliari. Dirigente e funzionario sospesi per un anno, i capi di incolpazione passano da 36 a 7, cadute le contestazioni di falso sui bollettini Web e sui decessi, ma le accuse restano gravi. Nuova ordinanza dopo il trasferimento dell’inchiesta da Trapani a Palermo. Il gip: «Alterazioni ingiustificabili». La procura di Palermo ha svolto nuove indagini, sentendo i funzionari dell’Istituto superiore di sanità. E’ emerso che i «dati dei decessi sono ininfluenti sugli indicatori» che poi determinano le zone rosse. Come «ininfluenti» sono i bollettini quotidiani diffusi a titolo informativo, che non sono tecnicamente atti pubblici. Oggetto dell’inchiesta restano le alterazioni dei dati ufficiali, quelli inseriti sui form della Piattaforma della sorveglianza integrata. Gli unici dati, ricorda il gip, che poi “vengono utilizzati dalla Cabina di regia, ai fini del calcolo dell’algoritmo per la valutazione delle fasce di rischio delle regioni”.

Il gip scrive anche che l’inchiesta «merita senz’altro un doveroso approfondimento investigativo» per capire il perché di questa operazione di falsificazione dei dati (le intercettazioni hanno tenuto sotto controllo un periodo che va da ottobre a marzo). «A prescincere dalla reale finalizzazione di tali continue falsificazioni sui dati aggregati rispetto al raggiungimento di specifici obiettivi di carattere politico o economico – si legge ancora nella ordinanza – gli atti di indagine svelano un quadro desolante, in cui con assouta superficialità e con un’approssimazione ben lotana dagli standard di professionalità richiesti per l’elaborazione di dati corretti e di qualità venivano gestiti  dati tanto significativi per il monitoraggio della pandemia».

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