Infuria la polemica attorno all’ex liceo Gargallo
L’edificio di via Gargallo che ha ospitato per decenni l’omonimo liceo classico, è terreno di scontro politico. Sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria che volge alla fine del suo iter, l’ex assessore comunale alla Pubblica istruzione, Enzo Vinciullo, che rivendica “il merito politico di essersi occupato della conservazione e del consolidamento dei pericolanti e pericolosissimi locali del Liceo Classico “Gargallo”, i cui lavori sono stati finanziati con i fondi della Legge 433 del 1991.
Vinciullo sostiene di volere attendere che “la Procura si pronunci definitivamente in merito all’azione che ha ritenuto di dover intraprendere per concludere le indagini iniziate in seguito ad un esposto”, per poi dissertare sulla qualità degli interventi eseguiti al Gargallo: “Ricordo che i lavori hanno positivamente superato tutti i collaudi richiesti dalla legge, da parte dei tecnici incaricati e che gli stessi lavori sono stati realizzati nel pieno e scrupoloso rispetto delle indicazioni e delle prescrizioni imposte dalla Soprintendenza di Siracusa, dai vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile provinciale e regionale, dal Genio Civile, dall’Ufficiale Sanitario, dal Provveditore agli Studi e dal preside del liceo classico, oltre che dalla Provincia regionale, che doveva completare i lavori e che, fra l’altro, dettò al Comune i tempi, rispettati al secondo, e le modalità di intervento per poter poi completare i lavori di ristrutturazione, così da consentire il ritorno del Liceo Classico nel prestigioso edificio”.
Quanto alle varianti in corso d’opera, Vinciullo incalza: “Coloro che presentarono l’esposto non sono ben informati, in quanto nessuna variante è stata richiesta e, quindi, autorizzata, ma vi fu una preventiva autorizzazione che riguardava lo stato delle travi portanti perché non era possibile verificare la capacità di tenuta se prima non fossero state sottoposte a una prova di carico e anche ad eventuali ulteriori indagini”.
Quanto ai pavimenti, Vinciullo sostiene che “nessuna prescrizione venne data da parte della Soprintendenza che li giudicò privi di qualsiasi valore. Si trattava di piastrelle cementine e non ceramiche di Caltagirone, mentre lo stato di consistenza dei solai erano tenuti non dalle travi, ma dalle mani del Signore che per decenni ebbe a vigilare sulla vita degli studenti e delle studentesse del Liceo Classico Gargallo”.
“Insieme con i progettisti – conclude Vinciullo – e al Responsabile Unico del Procedimento, non appena la Procura avrà preso le sue determinazioni finali, mostreremo alla città quali erano le condizioni del liceo classico quando sono iniziati i lavori di recupero, conservazione e consolidamento, quali sono stati gli interventi realizzati dall’Amministrazione Comunale, quali erano le opere in cemento armato già realizzate negli anni Trenta del novecento e dopo il secondo conflitto mondiale”.