Siracusa – Teamnetwork Albatro sconfitta, in casa, dal Bressanone
TEAMNETWORK ALBATRO – BRESSANONE 29-33 (11-16)
Teamnetwork Albatro: Cuello 8, Vanoli 6, Nobile, Canete 4, Vinci 3, Grande 1, Molineri, Lo Bello 1, Castillo 1, Sortino, Bobicic 3, Mizzoni 2, Burgio, Cuzzupè, Dell’Aquia, Argentino. All. Peppe Vinci
Bolzano: Ploner, Di Giulio 5, Amato 2, Brugger 2, Iballi, A. Wierer, Sampaolo, Basic 2, Muehloegger 2, Puntaier, Mitterrutzner 4, Cutura 3, Coppola, P. Wierer, Shatzer 2, Kolodiuk 11. All. Davor Cutura
Arbitri: Stefano Riello e Niccolò Panetta
Siracusa, 22 maggio ’21 – Non riesce il primo match ball a disposizione alla Teamnetwork Albatro che viene sconfitta, in casa, dal Bressanone. Gli altoatesini, già salvi, non concedono nulla e portano a casa meritatamente la vittoria.
Gara sempre in salita per i siracusani che non riescono a trovare le misure giuste alla difesa avversaria. Cutura e compagni concedono pochi spazi e mantengono alta l’intensità delle loro giocate in avanti.
L’Albatro non sembra avere il mordente delle ultime prestazioni e non riesce mai ad agguantare i biancoverdi. La svolta sembra arrivare poco oltre la metà della ripresa. Il sette di Peppe Vinci sfrutta bene la doppia superiorità numerica e si riporta sotto (21-22). Gli ospiti, però, si rialzano subito e con una reazione veemente allungano di nuovo fino a guadagnarsi il vantaggio che consente di gestire il match fino alla sirena.
Adesso attenzione puntata sul prossimo match in calendario. I siracusani andranno a casa del Molteno già retrocesso che, però, non sta più concedendo molto agli avversari.
Dichiarazione Peppe Vinci (all. Albatro): Credo che i ragazzi abbiano dato tutto. Probabilmente non sono stato bravo io a gestire le inevitabili reazioni a quanto accaduto in settimana. Le voci su possibili cambi di maglia non hanno fatto bene, ma non sono riuscito a tenere alta la loro tensione. Oggi abbiamo soltanto fallito il primo dei match ball. Abbiamo altre due partite da giocare e le giocheremo con il coltello tra i denti.
Inutile recriminare o fasciarci la testa prima di averla rotta. Noi ci siamo ancora e siamo padroni del nostro destino