Demolizione costruzioni abusive: Comuni siracusani a rilento
Con solo due ordinanze eseguite su 470 (appena lo 0,4%) la provincia di Siracusa si colloca al penultimo posto in Italia nella classifica dell’esecuzione di demolizioni di costruzioni abusive. Il dato emerge dalla seconda edizione del dossier “Abbatti l’abuso”, realizzato da Legambiente. In quest’indagine, la nostra provincia, al pari della Sicilia, conferma il trend per cui il fenomeno dell’abusivismo edilizio ha pesantemente compromesso il territorio, devastando aree enormi, in particolare lungo la costa, le case illegali non sono abbattute.
Il dato di Legambiente, però, non tiene conto delle autodemolizioni ma considera esclusivamente quelle eseguite con i mezzi e a spese della pubblica amministrazione
Mediamente, dall’esecutività della sentenza che dispone l’abbattimento, passano circa novanta giorni. Il tenore dell’intimazione a firma del procuratore aggiunto, Fabio Scavone prevede che, se il Comune non acquisisce al proprio patrimonio il manufatto abusivo e l’area di sedime, la Procura denuncia il Comune per “omissione di atti d’ufficio”.
Nel 2018, sotto la spinta della Procura aretusea, i comuni avevano definito il 47% delle procedure di demolizioni di edifici abusivi o non sanati. L’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura, nel corso dell’ultimo triennio (2018 aprile 2021), ha posto in esecuzione tutte le sentenze passate in giudicato che prevedevano, quale ulteriore pena accessoria, la demolizione del manufatto abusivo. L’acquisizione al patrimonio dei comuni delle opere insanabili ha determinato un rilevante risultato in termini di autodemolizioni. I possessori delle opere abusive, pur di recuperare la proprietà dell’area di sedime dell’opera ed a seguito dell’intimazione della Procura con l’ausilio della polizia giudiziaria, hanno preferito demolire a proprie spese le strutture realizzate illegittimamente. La normativa vigente impone alle Amministrazioni Comunali l’acquisizione non solo del manufatto insanabile ma anche l’area su cui lo stesso insiste. Nel 2018 sono state eseguite 36 autodemolizioni, due anni addietro 14, lo scorso anno 16, quest’anno 11. Il ripristino dello stato dei luoghi è, dunque, avvenuto senza spese per l’amministrazione della giustizia, tantomeno per le amministrazioni locali.
Nel capoluogo, gli edifici abusivi sono stati riscontrati per lo più nella zona costiera, in particolare fra Fontane Bianche, Fanusa, Terrauzza, Isola ma anche nell’interno, a Tremilia e dintorni dove sorgono ville con piscine realizzate su terreno demaniale, muri che inglobano pezzi di costa, sottopassi che finiscono direttamente a mare. In provincia, invece, ad eccezione di alcuni comuni virtuosi, soprattutto nella zona montana, i casi di abusivismo edilizio riguardano ancora il litorale come a Brucoli, Marzamemi, Marina di Noto e una serie di villette e altre costruzioni realizzate nella città di Noto.
Per Legambiente, Siracusa è la provincia in Italia dove si registra il maggior numero di acquisizioni di immobili abusivi da parte dei comuni. E’ una norma che si applica quando il proprietario di un immobile abusivo, non rispettando l’ingiunzione alla demolizione entro il termine di novanta giorni, l’edificio viene automaticamente acquisito al patrimonio immobiliare pubblico, inclusa l’area di sedime per un’estensione massima di dieci volte la superficie dell’abuso.
I comuni della nostra provincia risultano tra quelli che hanno meglio applicato la nuova norma che prevede l’invio delle pratiche, relative alle ordinanze di demolizione non eseguite, inevase alla Prefettura. Ciò significa che è ricorrente il ricorso allo Stato del compito di ripristinare la legalità quando i Comuni, “per tutte le ragioni che sono state alla base dell’intervento legislativo (a cominciare da quelle legate ai contraccolpi sul consenso elettorale), non hanno provveduto”.