Gino Foti ha lasciato questo mondo: Siracusa perde uno dei suoi figli migliori
Rimane uno dei personaggi politici siracusani importanti. Avrebbe compiuto 86 anni il 5 dicembre prossimo. Un male incurabile lo ha demolito nel fisico, ma non nell’animo, fino a stroncarlo mentre si trovava nella sua abitazione. È stato protagonista assoluto per decenni della scena politica siracusana. È stato sindaco della città di Siracusa, presidente dell’Asi, deputato al Parlamento nazionale nelle file della DC nella corrente andreottiana. Ha rivestito anche la carica di sottosegretario al Tesoro. Nella democrazia cristiana siracusana ha svolto un ruolo da leader. Di recente era scomparso il fratello, Armando, con cui ha condiviso un lungo percorso politico.
Luigi Foti ha impersonato l’uomo politico perfetto. “Il compito della politica non è di dare le risposte, ma fornire la cornice che permetta a ognuno di cercare e trovare la sua risposta”. Così Hans-Gert Pottering. Riflessione che si sposa con gli attuali tempi bui per la politica in generale; sul piano schematico sta attraversando una crisi d’identità, ma anche di uomini senza alcuna levatura di governo, che a sua volta formano una classe dirigente incapace di governare nemmeno un comune.
Siracusa con la morte di Foti perde un faro luminoso della politica; nella città di Archimede, da qualche anno assistiamo al teatrino delle comparse, tanti i prestanome in giro, oltre a quanti si sono auto dichiarati “politici”, senza averne i requisiti minimi e con l’arroganza e la presunzione di chi è al di sopra delle parti. Il fallimento nell’amministrazione della città è arrivato al massimo storico; chiunque riesce a spillarci soldi per danni ricevuti con un ritmo incalzante e per milioni di euro; vi è dunque un bisogno di uomini capaci e in grado di farci uscire dal baratro in cui siamo precipitati senza nemmeno accorgercene.
La premessa sulle condizioni generali della politica in generale vuole confermare la capacità di trattare con alleati e oppositori e di cui Luigi Foti era maestro. Il nome del patriarca della politica siracusana è legato a conquiste positive per il territorio siracusano. Amato, detestato, Luigi Foti detto Gino è un pezzo della storia della politica siracusana. Tutti ricorrevano al suo consulto perenne per organizzare la propria elezione a consigliere, sindaco o deputato.
La dimostrazione nella crisi della classe politica attuale, che si è circondata di mediocri assessori, consulenti per emergere, come chi ha stabilito di diventare amministratore della cosa pubblica non avendone gli attributi necessari. Ecco la conclusione della riflessione che in questi giorni arriva dalla gente che si incontra per strada.
Luigi Foti era ancora capace di tenere banco ai giovani anche con qualche anno di esperienza; è stato il sindaco delle piccole cose, e per questo riceve a suo tempo anche un premio. In tale siffatta condizione si deve considerare che Siracusa è ormai abbandonata al destino dei vinti, come intonava Foti fino a poco tempo fa. La città ha la necessità di realizzare tante piccole cose, a cominciare dai mille buchi sulle strade che si allagano e creano danni alle auto, alle moto, mandano all’ospedale i nostri ragazzi in motorino e gli anziani all’ospedale continuamente; la spazzatura è l’emblema della città di Archimede; l’acqua non è né pubblica, né privata; la rete idrica e fognaria sono un colabrodo; le scuole e gli edifici pubblici sono abbandonate; la segnaletica stradale è precaria e tanto altro ancora fino a fondo pagina. Foti all’inizio degli Anni Settanta quando ricopriva la carica di sindaco di Siracusa, ogni mattina portava nel suo ufficio al Vermexio un elenco di piccoli problemi da risolvere che registrava tra la gente o in articoli di stampa; impartiva direttive e disposizioni a funzionari e dirigenti per procedere immediatamente alla risoluzione dei problemi.
Una carriera di primo piano
Luigi Maria Benito Italo Romano Foti. Nasce a Siracusa nel dicembre del 1934 il suo primo lavoro è funzionario del Banco di Sicilia. È stato sindaco della città di Archimede dal 23 marzo 1972 al 28 dicembre 1973. Eletto alla Camera dei deputati, diventa componente della 4a Commissione Giustizia dall’11 luglio 1979 al 29 ottobre 1980; della 5a Commissione Bilancio e Partecipazioni Statali dall’8 agosto 1979 al 4 aprile 1980 e dal 29 ottobre 1980 al 16 luglio 1981; della 6a Commissione Finanze e Tesoro dal 16 luglio 1981 al 14 gennaio 1982; della 9a Commissione Lavori Pubblici dal 29 marzo 1983 all’11 luglio 1983 e dal 12 luglio 1983 al 1º luglio 1987. Segretario della Commissione Parlamentare per l’esercizio dei poteri di controllo sulla programmazione e sull’attuazione degli interventi ordinari e straordinari nel Mezzogiorno, dal 9 novembre 1983 al 24 novembre 1986, e componente dal 26 ottobre 1983 al 24 novembre 1986. E ancora. Componente della 11a Commissione Lavoro dal 4 agosto 1987 al 12 novembre 1987 e dal 21 aprile 1988 al 22 aprile 1992. Componente della 12a Commissione Affari Sociali dal 12 novembre 1987 al 21 aprile 1988. Sottosegretario di Stato al Lavoro e Previdenza Sociale dal 30 luglio 1987 al 13 aprile 1988. Sottosegretario di Stato al Tesoro dal 23 luglio 1989 al 12 aprile 1991 e dal 17 aprile 1991 al 28 giugno 1992.
La sua carriera politica inizia nel Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante. Sodale convinto fin dalla giovane età. Per pochi voti non fu eletto all’Assemblea Regionale Siciliana nelle file del Msi di Giorgio Almirante. Eletto alla Camera per tre legislature. È stato sottosegretario di Stato nel governo Goria e in due in quelli di Andreotti. Presidente del consorzio Asi e del Siracusa Calcio, con un buon ricordo per tifosi e sportivi siracusani, così come fece Graziano verzotto prima di lui, nelle stagioni 1976 – 1977 e dal 1982 al 1984, ma negli anni a seguire è stato sempre presente e vicino ai colori azzurri, ricoprendo ruoli importanti.
Erede di Graziano Verzotto.
Nel 1975 dopo la disavventura di Verzotto per i fondi neri all’Ente Minerario Siciliano, che lo costringe alla latitanza forzata, Luigi Foti, dopo una serie schermaglie interne nella Dc siracusana, diventa il leader indiscusso della democrazia cristiana siracusana. L’erede politico di Verzotto. Insieme a Santi Nicita rafforzano il gruppo andreottiano nella Sicilia orientale, dove diventa il massimo rappresentante della corrente di Giulio Andreotti per il sud est della Sicilia. Allaccia buoni rapporti con i partiti dell’Arco costituzionale. Nutre una grande stima per Nino Consiglio, uomo di punta del Pci siracusano e con lui concorda alcuni piani strategici per il rilancio dell’economia siracusana; non mancarono in seguito gli scontri e le schermaglie.
Leader politico anche da anziano; appellativo che si porta dietro fino alla morte; è stato l’ago della bilancia della politica siracusana. Ma lui si limita a dire che dispensa buoni e utili giudizi agli amici dall’alto della sua esperienza.
Riposa in pace.
Concetto Alota
Bruno Marziano
Nell’inviare alla sua famiglia le mie personali condoglianze dico che con Gino Foti va via una parte importante della storia politica del nostro territorio. Foti ha svolto una funzione fondamentale ai vari livelli del suo impegno, sia nei governi nazionali che a livello regionale e locale. Sia quando ha ricoperto cariche istituzionali che da semplice appassionato operatore della politica.
La sua figura appartiene in particolare ad un periodo pluridecennale della vita politica e sociale del nostro territorio. Decenni che hanno visto sia tanti confronti aspri ma anche momenti di più generale collaborazione. Con lui hanno collaborato e si sono confrontati altri grandi della nostra storia politica come Santi Nicita, Nino Consiglio, Turi Raiti.
In particolare gli anni settanta ed ottanta del secolo scorso lo hanno visto agire nelle fasi di grande collaborazione unitaria fra le forze politiche per la infrastrutturazione industriale del nostro territorio. Una fase con atmosfere di progettualità che oggi forse ci mancano.
CNA Siracusa si unisce al sentimento di cordoglio generale per la scomparsa dell’On. Luigi Foti, protagonista indiscusso della vita politica siracusana degli ultimi decenni ed esponente di quella classe dirigente che, a prescindere dal merito delle scelte intraprese, non ha mai avuto paura di assumere decisioni importanti nell’interesse generale, senza guardare al ritorno immediato ma provando ad immaginare un futuro per questo territorio”. G. Polito