Cultura

Rievocata la battaglia di Arsuf nella terza crociata

Il 7 Settembre del 1191 si svolgeva la battaglia di Arsuf, nel corso della Terza Crociata (1189-1192).

LE PREMESSE
Nel mese di luglio, grazie all’intervento dei crociati inglesi guidati personalmente dal del Re d’Inghilterra Riccardo I Cuordileone (1157-1199), era stata riconquistata la città di Acri, precedentemente occupata dal Sultano di Siria ed Egitto Salah al-Din, detto Saladino (1138-1193). Tuttavia, il massacro di 2.700 prigionieri da parte di re Riccardo e altri attriti con gli altri condottieri crociati — il Re di Francia Filippo II Augusto (1165-1223) e il Duca d’Austria Leopoldo V di Babenberg (1157-1194) — avevano portato costoro ad abbandonare la spedizione, facendo ritorno in Europa.
Rimasto solo, Riccardo si era comunque messo in marcia verso Sud, seguendo la costa in direzione di Giaffa.

LE FORZE IN CAMPO
L’esercito crociato di Riccardo Cuordileone – forte di 40.000 fanti e circa 10.000 cavalieri, inclusi Templari, Ospitalieri, reparti borgognoni e contingenti di Guido di Lusignano (1150-1194), il Re di Gerusalemme privato quattro anni prima della sua capitale dopo la disfatta di Hattin (1187) – fu attaccato dall’esercito del feroce Saladino, che comandava una forza di 45.000 fanti e 8.000 cavalleggeri.

LA BATTAGLIA
Riccardo Cuordileone ordinò ai suoi di restare immobili, aspettando di sfiancare gli arcieri a cavallo arabi e turcomanni. Così, lasciò il proprio esercito esposto alle continue schermaglie degli Agareni, fatte di getti di frecce e continue ritirate, nel vano tentativo di farsi inseguire, per scompaginare e sfiancare i crociati.
L’obiettivo di re Riccardo era di attaccare solo quando le schermaglie nemiche avessero iniziato a esaurirsi. Il piano funzionò a metà, perché ad un certo punto due templari, ritenendo insopportabile rimanere fermi sotto il tiro nemico, si lanciarono alla carica, subito seguiti dai loro confratelli e dai cavalieri ospitalieri. Il Cuordileone si vide quindi costretto a lanciare tutte le sue forze all’attacco e, sorprendendo gli Ismaeliti, ne travolse lo schieramento, causando una terribile ritirata collettiva. La battaglia durò pochissimo.

LE CONSEGUENZE
A fronte di 1.000 caduti tra i crociati, Saladino perse circa 7.000 uomini. Il sultano riuscì a riorganizzare le sue forze e le perdite complessivamente non si rivelarono così drammatiche. Tuttavia, dopo la disfatta patita da Guido di Lusignano ai Corni di Hattin e la conseguente resa di Gerusalemme (1187), era la prima vittoria di un esercito cristiano contro Saladino e questo fatto giovò molto al morale dei crociati.
Riccardo avrebbe così raggiunto e conquistato Giaffa in capo a tre giorni, ricostruendone le mura e dotando il Regno di Gerusalemme di un nuovo porto sicuro per i rifornimenti. Tuttavia, ciò non sarebbe bastato per la riconquista della Città Santa e la crociata si sarebbe conclusa con successo solo parziale: un accordo con Saladino, che avrebbe mantenuto il controllo di Gerusalemme, garantendo tuttavia un accesso sicuro ai pellegrini.

LE FONTI
Le fonti primarie sulla battaglia di Arsuf sono, per parte cristiana, “L’Estoire de la Guerre Sainte” di Ambrogio d’Évreux e l’anonimo “Itinerarium Peregrinorum et Gesta Regis Ricardi”, attribuito un tempo a Goffredo de Vinsauf e in seguito a un canonico londinese di nome Riccardo. Per parte moresca, la principale fonte primaria è data dalla “al-Nawādir al-Sultaniyya wa’l-Maḥāsin al-Yūsufiyya” (La rara ed eccellente storia di Saladino) di Bahāʾ al-Dīn Abū al-Maḥāsin Yūsuf ibn Rāfiʿ ibn Tamīm (1145-1234).

Giovanni Intravaia

Presidente della Società di studi storici e politici “Federico di Svevia”

[Nell’immagine: la battaglia di Arsuf in un dipinto di Eloi Firmin Feron (1802-1876). In basso, due carte tattiche raffiguranti le due fasi della battaglia]

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