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Casa del pellegrino, continua il braccio di ferro

Il giorno dopo la sentenza con cui la terza sezione del Tar di Catania ha rigettato il ricorso proposto dalla Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, che aveva chiesto di annullare la determina del Comune del 29 luglio dello scorso anno con cui decretava la decadenza del contratto di comodato d’uso, la casa del pellegrino sta accogliendo in queste ore numerosi ospiti dell’Unitalsi. Si tratta di persone che hanno partecipato, ieri sera, nel vicino Santuario all’apertura dell’anno sinodale, celebrata dall’arcivescovo Francesco Lamanna. Non sono mancate le reazioni alla sentenza che dà forza alle intenzioni dell’amministrazione comunale di tornare in possesso dello storico edificio di via Demostene. 

“E’ una sentenza ingiusta e senza seguito pratico”, commenta l’avvocato Gianbattista Rizza, tra i sostenitori della Aprotur, l’associazione di fedeli della Madonna delle Santuario, che ha acquistato all’asta il complesso dei beni aziendali per donarli nuovamente all’Ente religioso. “Siamo – dice Rizza – al cospetto di un diritto soggettivo. E’ stato stipulato un contratto di diritto privato per cui chiamato a dirimere il contenzioso è il giudice del tribunale civile. Ciò significa che, seppure in presenza di una sentenza del Tar, il contratto non ha alcun motivo di decadere e l’ente Basilica Santuario Madonna delle Lacrime continua a rimanere accomandatario della casa del pellegrino”. 

Continua, quindi, il braccio di ferro tra il Comune, che vuole far decadere il contratto di comodato d’uso della casa del pellegrino, sottoscritta il 22 ottobre 1997, l’ente che ha firmato l’atto. Una contesa che dura ormai da oltre due anni, da quando sono iniziati i problemi nella gestione dell’immobile. 

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