Monsignor Costanzo: “Lucia esempio di autenticità e verità”
Con la celebrazione del pontificale sono entrati nel vivo i festeggiamenti in onore di santa Lucia. Cattedrale stracolma di persone questa mattina per assistere alla concelebrazione religiosa, officiata dall’arcivescovo emerito monsignor Giuseppe Costanzo. Presente il sindaco e le più alte cariche istituzionali e delle forze dell’ordine della provincia, il clero.
“Monsignor Costanzo è uno degli anelli di congiunzione alla tradizione apostolica”, ha affermato l’arcivescovo Salvatore Pappalardo nell’introdurre il Pontificale, ricordando come il suo predecessore è stato a capo dell’arcidiocesi di Siracusa per diciannove anni e che proprio sotto la sua guida nel 2004 si assistette all’evento del ritorno del corpo di santa Lucia a Siracusa.
Nella sua omelia, l’arcivescovo Costanzo ha toccato diversi temi di natura spirituale ma soprattutto sociale. Ha avviato il suo discorso invocando l’esempio di santa Lucia che “non basta celebrarla ma bisogna imitarla nella fedeltà, nella fortezza delle beatitudini”. Le beatitudini sono “la cara costituzionale del regno di Dio; le vie della felicità, il cuore del Vangelo, la via e le regole della Santità. Sono l’esatto contrario di come va il mondo, in cui si esaltano salute e successo, si promettono qualità e grandi cose”.
Monsignor Costanzo ha poi parlato delle interpretazioni morale di Sant’Agostino, ascetica di san Giovanni Crisostomo e contemplazione di san Gregorio di Nissa. Sotto l’aspetto della morale, monsignor Costanzo ha sottolineato l’importanza di “agire nella rettitudine, della capacità di amare incondizionatamente che è l’esatto contrario dell’ipocrisia e del volere apparire. Oggi molte persone sono ossessionate dall’immagine, apparire per essere come se si fosse su un palcoscenico in teatro per cui non si è persone ma personaggi mostrando ciò che in realtà non sono. Al contrario di Lucia che era una persona vera, autentica”.
Sotto l’aspetto ascetico, l’arcivescovo emerito si è soffermato sul concetto di convivenza e castità. Inevitabile l’accenno alla sessualità. “Occorre un’urgente riflessione – dice – Oggi la sessualità è banalizzata e proporzionale al consumismo. Il corpo è divenuto oggetto da sfruttare sia da parte dei consumatori sia di chi lo offre. Emerge preoccupante il fenomeno della prostituzione minorile. Ci si prostituisce per appena una ricarica di telefonino. Il sesso senza amore e amore senza matrimonio e il matrimonio senza figli. Purtroppo gli esempi negativi arrivano dai programmi televisivi, dai film e ci vuole coraggio oggi a resistere alle sollecitazioni della carne. L’amore senza preoccupazioni, senza divisioni, senza distrazioni equivale alla gioia”.