Recano (Fiom): “Erg preferisce investire lontano da Priolo”
ERG ha firmato, attraverso la controllata ERG Power Generation, un accordo con il gruppo Enel Produzione per la cessione della sua centrale cogenerativa CCGT presso Priolo Gargallo per un corrispettivo pari a 188 milioni di euro con un closing previsto entro il terzo trimestre 2022.
“Al di là dei positivi commenti registrati in queste ore – spiega Antronio Recano, segretario della Fiom siracusana – ERG cede quello che restava dell’asset industriale Siracusano della famiglia Garrone, mentre presenta due progetti nel settore delle rinnovabili in Sicilia per complessivi 100 milioni di euro, e acquista da GEI Subasta 1 SA due impianti solari nel sud della Spagna per un importo di circa 96,2 milioni di euro. Queste operazioni, – per un costo complessivo di 192,20 milioni di euro -, sono chiaramente l’evidenza dell’orientamento di un gruppo che spinge sul settore delle rinnovabili lontano da Priolo evidentemente ritenuta poco permeabile al processo di transizione, e lasciano dubbi e perplessità sulla strategia di un gruppo come Enel che acquisisce una centrale di cogenerazione con un’operazione che nasce e si sviluppa in contrasto alla tendenza storica di un graduale ma progressivo abbandono del petrolio e del gas a favore delle rinnovabili”.
“Il vero problema nel nostro territorio – dice Recano – nel rapporto con le industrie Petrolchimiche, è rappresentato dalla mancanza di un’analisi generale che superando ogni parzialità aziendale provi a superare contraddizioni ormai caratteristiche di un sistema industriale, che non intende riconoscere alcun ruolo ai soggetti sociali presenti in un territorio che necessita di un confronto vero per favorire un nuovo sistema di relazioni industriali inclusivo, capace di programmare e governare nuovi processi produttivi con l’obbiettivo di perseguire uno sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile. Pur condividendo l’effetto positivo della confermata tutela occupazionale per i 144 dipendenti di ERG Power, ritengo necessario riaffermare, da metalmeccanico, che per contrastare il negativo impatto occupazionale che il processo di trasformazione rischia di generare non basta più la lotta a livello categoriale o aziendale, ma è necessario costruire un fronte ampio di tutti i lavoratori che si ponga su un terreno di lotta generale a favore di tutti lavoratori e cittadini. Come metalmeccanici continuiamo a credere che la “solidarietà” e la “condivisione” debbano ridiventare gli elementi cardine di una pratica che ricomponga le condizioni normative e salariali del lavoro affinché allo stesso lavoro corrispondano gli stessi diritti perché “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”.