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Lukoil, le dimissioni di Alekperov: nessuna conseguenza a Priolo

Le dimissioni del numero uno della Lukoil, Vagit Alekperov, non comporta alcuna conseguenza sul gruppo Isab-Lukoil, che opera nel polo petrolchimico siracusano ma aggiunge un elemento di preoccupazione fra i circa tremila (tra diretti e indotto) lavoratori delle aziende priolesi che fanno capo al colosso petrolifero. Alekperov si è dimesso dalla guida della società Lukoil, della quale non è azionista di controllo, è stato precisato nella nota che annuncia le dimissioni: al 31 marzo possiede con diritto di voto il 3,11% delle azioni di Lukoil ed è anche beneficiario (anche attraverso trust familiari o fondi comuni) del 5,3% delle azioni di Lukoil senza diritto di voto. 

“Le dimissioni di Alekperov non hanno alcuna conseguenza negli assetti societari – spiega Claudio Geraci, vice direttore di Isab – e non cambierà nulla sul piano operativo”. Isab è una società italiana, la cui proprietà è della svizzera, Litasco, con partecipazione della russa Lukoil. A Priolo la società gestisce tre siti produttivi denominati “Impianti Sud”, “Impianti Nord” e l’impianto di rigassificazione tra di loro interconnessi. 

Le dimissioni dell’oligarca russo aggiungono, però, timori soprattutto alle organizzazioni sindacali. “Al di là del fatto che si tratti di un problema interno al consiglio d’amministrazione – sostiene Roberto Alosi, segretario generale della Cgil siracusana – le dimissioni di Alekperov accrescono ulteriormente le nostre incertezze, rese ancora più angosciosi dal mancato arrivo di risposte istituzionali rassicuranti. Il governo Draghi deve dirci come intenda attivarsi per scongiurare l’eventuale crisi del polo petrolchimico siracusano”. Dopo il boicottaggio messo in atto da alcuni fornitori e l’embargo deciso per le navi russe in arrivo nei porti italiani, la questione diventa ancora più delicata. “La mancanza di certezze e di risposte – dice Alosi – ci ha indotto a programmare una mobilitazione dal basso. Il governo ha disatteso le nostre aspettative non dando risposte né al territorio né al governo regionale. Alzeremo i toni della protesta per chiederci di ascoltarci”. 

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