Lukoil, embargo alla Russia, oggi incontro a Roma
Il Consiglio europeo ha intensificato la pressione sulla Russia, per contrastare la guerra contro l’Ucraina. Il sesto pacchetto di sanzioni riguarda il greggio e tutti i prodotti petroliferi. Una decisione che serve a garantire un mercato unico dell’Ue ben funzionante, una concorrenza leale, la solidarietà tra gli Stati membri e condizioni di parità anche per quanto riguarda l’eliminazione graduale della dipendenza dalla Russia sui combustibili fossili.
“Le decisioni prese nelle ultime ore preoccupano i lavoratori della Lukoil e dell’intera area industriale siracusana – ha detto il Segretario nazionale della Uiltec, Andrea Bottaro. La raffineria di Priolo gioca un ruolo strategico nel paese e non ci si può privare delle sue produzioni. Il governo nazionale deve alzare la voce e farsi rispettare, perché i lavoratori siracusani e tutti i cittadini italiani non possono pagare un prezzo così alto.” Questa è la posizione che il sindacato dei chimici porterà oggi pomeriggio all’attenzione del viceministro Todde che ha convocato una riunione sulla grave questione.
La decisione dell’UE di porre l’embargo al petrolio russo trasportato via mare, rischia di avere conseguenze drammatiche sull’economia siciliana e gravi ripercussioni su tutto il sistema degli approvvigionamenti energetici nazionali. Infatti la raffineria Isab di Priolo (di cui è proprietaria la Lukoil), che lavora praticamente solo idrocarburi russi che giungono via mare, in queste condizioni fra sei mesi, se non prima, sarà condannata a chiudere, facendo perdere al paese una quota significativa di derivati dal petrolio e innescando una crisi ‘di sistema’ dalle gravissime conseguenze occupazionali ed economiche. Si stima che la chiusura dell’Isab a causa dell’embargo, farebbe perdere alla Sicilia 1 punto di Pil per un valore di oltre un miliardo di euro ma, soprattutto, avrebbe un devastante effetto sulla popolazione siracusana, con circa 3.000 posti di lavoro fra diretti ed indiretti che sarebbero compromessi nella sola Isab-Lukoil.
“Una caporetto sociale dalle proporzioni che non si possono ignorare” – ha detto la deputata nazionale, Stefania Prestigiacomo, che chiede un eventuale piano B al governo Draghi.