Presentato il nuovo percorso archeologico subacqueo Le Mazzere
Giornata ricca di emozioni nella sede dell’Area Marina Protetta Plemmirio dove, stamani, è stato presentato il nuovo Percorso Archeologico Subacqueo Le Mazzere.
Nato con lo scopo di proteggere, salvaguardare e valorizzare i beni culturali sommersi, in accordo con i fini istituzionali della riserva marina siracusana, il percorso archeologico guidato è già fruibile dai subacquei sia in modo autonomo che con l’accompagnamento delle guide subacquee dei diving center accreditati.
Il sito interessato, si trova nella zona B dell’Area marina ed è identificato con il nome di “Mazzere” già in passato utilizzato come sito di immersione nel mare protetto del Plemmirio.
Tanti gli spunti e le novità emerse nel corso della mattinata che ha visto la partecipazione di relatori d’eccezione.
Ha puntato sulla importanza di una più ampia e completa fruizione del territorio, il vicepresidente dell’Amp Plemmirio Marco Mastriani, che ha aperto i lavori del convegno.
<<Esiste – ha detto Mastriani – una forte relazione tra gli aspetti culturali e naturali dei luoghi di cui intendiamo promuovere la conoscenza e la valorizzazione, sia a terra che in mare. Non possiamo che salutare con soddisfazione qualsiasi iniziativa ecocompatibile che vada nella direzione di aumentare l’offerta turistica a partire dal nostro mare, che ha un potenziale di attrazione enorme>>.
L’assessore comunale Fabio Granata, ha ricordato la grande sinergia e la comune visione che lo hanno legato alla figura di Sebastiano Tusa, primo e storico Soprintendente del mare. <<A quell’epoca – ha ricordato Granata – non ci fu alcuna distinzione tra il dato politico e amministrativo, ciò che emerse con grande forza fu solo la volontà di tutelare e valorizzare il mare. Oggi, siamo ancora qui a parlare del prosieguo di quella felice intuizione. Siamo in presenza di una nuova frontiera dei viaggi in Sicilia, possediamo un “museo diffuso” in questi luoghi straordinari e la madre di tutte le battaglie adesso non può che essere la istituzione di una riserva terrestre del Plemmirio, che promuoverà un grandioso percorso di riscoperta, con una estensione che comprenderà tutta la costa siracusana>>. Dopo i saluti istituzionali per il Libero Consorzio del Comune, a cura di Giovanni Vallone e, per la locale capitaneria di porto del tenente Anna Bonanno, è intervenuto Pietro Selvaggio funzionario direttivo della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, che ha portato i saluti del Soprintendente Ferdinando Maurici. Presente al convegno anche il fratello di Maurici, Giuseppe, dirigente del Dipartimento Ambiente della Regione.
Tante le novità sul tappeto annunciate dal funzionario della Soprintendenza del Mare, che era accompagnato da Salvo Emma e Aurelio Vaccaro, componenti del Nucleo subacqueo dell’Ente.
Dall’inizio delle ricerche in altofondale (Pas Progetto Altofondale Sicilia), alle ricerche e scavi della nave Marausa2 e del relitto nave di Gela2, o dello scavo del relitto Scoglio Bottazza in partenza a luglio, e fino alla realizzazione dell’Arsenale della Marina Regia di Palermo destinato a diventare Museo del Mare.
<<Si tratta di iniziative – ha spiegato Selvaggio – che sono partite con Tusa Soprintendente e su cui stiamo ancora lavorando, uno degli obiettivi principali era proprio la realizzazione di percorsi archeologici subacquei e quello del Plemmirio è il numero ventiquattro in Sicilia>>.
Molto atteso l’intervento di Valeria Li Vigni, già ex Soprintendente del Mare, vedova di Tusa, presidente della omonima Fondazione, che ha relazionato proprio sulla importanza degli itinerari subacquei nella rete dei parchi archeologici. La Li Vigni, ha raccontato con l’ausilio di slides l’attuale impegno della Fondazione Tusa e della Rivista Archeologica, che spazia dallo sviluppo di indagini e ricerche, alla formazione dei giovani, alla promozione di indagini archeometriche e nuove tecnologie al servizio delle attività subacquee. Tra i video proposti, anche il “cuore” di Tusa, scultura di Giacomo Rizzo che si trova a Punta Falconieri nei fondali di Ustica.
<<Ringrazio la presidente dell’area marina protetta Plemmirio Patrizia Maiorca – ha evidenziato la Li Vigni – per questa importante sinergia nel nome dell’amore per il mare, è bello ritrovare in questa sede amici di un ventennio con cui abbiamo condiviso tanti progetti che adesso stiamo realizzando>>.
A seguire, un approfondimento sulla archeologia del Plemmirio, dalla Preistoria alla tarda antichità a cura dell’archeologo Paolo Scalora, già autore di studi sull’area che hanno riportato in luce varie curiosità, in particolare sulla Pillirina. <<Nella Grotta – ha detto, tra l’altro Scalora in un excursus ricco di storia e aneddoti, sui luoghi e anche sui toponimi – abbiamo ritrovato perfino denti di ippopotamo>>. Apprezzamento per l’iniziativa ha espresso anche Lorenzo Guzzardi, direttore del Parco Archeologico di Leontinoi.
Infine, la parola è passata a Fabio Portella, istruttore e guida subacquea di Capo Murro Diving Center, che coadiuvato anche dalla biologa Linda Pasolli presente all’evento, ha avuto il compito di illustrare nei dettagli il nuovo percorso de “Le Mazzere” nel mare protetto del Plemmirio. <<La mia – ha esordito Portella – è stata un’idea, gli oggetti erano già lì>>.
In questo sito, le mareggiate degli ultimi anni, hanno scoperto alcune ancore in piombo e in ferro, le quali fanno supporre che l’area possa rappresentare un antico sito di ancoraggio in quanto ben ridossato dal prevalente vento di grecale.
<< Le ancore – ha illustrato ancora Portella – sono distribuite lungo un costone roccioso ad una profondità compresa tra 20 e 28 metri ed affiorano da un fondale sabbioso misto a Posidonia oceanica. Nella zona sono anche presenti blocchi di pietra riconducibili alle attività di pesca della ex-tonnarella di Terrauzza. Tali blocchi, chiamati mazzere, danno il nome al punto d’immersione>>.