Cavarra: “La mia permanenza in Giunta delegata alla base e al Sindaco”
Pronta la replica da parte dell’assessore allo Sport, Maria Grazia Cavarra alla nota sottoscritta dai consiglieri comunali del Megafono Casella, Burti e Romeo, che chiedono al sindaco la revoca della nomina dell’assessore in questione. “La nota dei consiglieri mi sorprende nel merito e nel metodo – dice la Cavarra – Risale infatti a pochi giorni fa un incontro con gli stessi in cui ci si confrontava sulla loro proposta di revoca del mio incarico e ci si dava appuntamento a dopo le festività natalizie per meglio approfondire la questione incontrando la base. Gli stessi, confermando la validità del mio lavoro amministrativo, suggerivano una sostituzione solo per motivi di “turnazione”, scegliendo tempi e persone, cosa che invece, ripeto, si era rinviata ad un incontro/confronto con la base. Mi stupisce che, anticipando tale giorno senza ulteriori interlocuzione, abbiano deciso di comunicare attraverso la stampa”.
“Da 17 mesi lavoriamo con tutta la giunta per la città ed ho sempre coinvolto i consiglieri nelle scelte e nelle iniziative – continua l’assessore – anche con riunioni tematiche svoltesi in sede con la base. Non esiste alcuna proposta da loro avanzata alla quale io non abbia dato seguito, ho lavorato sempre e solo per il bene comune. Credo che la mia permanenza in giunta sia delegata all’incontro concordato con la base, e con il sindaco che, se riterrà ancora valido e utile il mio apporto in giunta, confermerà il mio mandato o diversamente lo revocherà. Credo che un assessore debba essere giudicato dai cittadini, non sono certo attaccata alla poltrona ma è evidente come i rimpasti e gli avvicendamenti non garantiscano una sana continuità amministrativa e siano più adatti a soddisfare le esigenze dei consiglieri che quella della comunità”.
L’assessore Cavarra chiude il suo intervento affermado: “Un nuovo modo di fare politica dovrebbe anche consentire ad un assessore di chiudere le attività in itinere e consegnare alla città i risultati concreti del suo lavoro, non interrompendolo bruscamente e favorendo una transizione ‘dei saperi’ più umana e politicamente consapevole”.