Pachino, morte di Cancemi: i familiari si oppongono all’archiviazione, il Gip si riserva di decidere
Tornano alla carica i familiari di Vincenzo Cancemi, l’operaio pachinese trovato impiccato il 28 aprile dello scorso anno nella casa di campagna dei genitori, in contrada Lettiera, a Pachino. Hanno deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione proposta dalla Procura aretusea. Intanto, il gip del Tribunale di Siracusa Andrea Migneco si è riservato di decidere sull’accoglimento o meno dell’opposizione alla richiesta di archiviazione.
L’avvocato Nunzia Barzan, che difende la madre di Cancemi, si è opposto alla richiesta di archiviazione e ha chiesto la prosecuzione delle indagini, al momento aperte contro ignoti. “La ricostruzione dei fatti – spiega il legale – come risulta dagli atti è stata smentita dalla madre del defunto». Dalle dichiarazioni della fidanzata di Vincenzo è emerso che la stessa lo ha trovato impiccato a un albero e di aver subito chiamato il 118. I familiari non sono convinti che Cancemi, tecnico riparatore, abbia deciso di togliersi la vita e ritengono che le circostanze siano diverse. La Procura ha deciso di non far eseguire l’autopsia sul cadavere, che dal giorno della morte è nella camera mortuaria del cimitero di Pachino. Dubbi vengono sollevati sul «video della morte registrato nel cellulare in uso a Cancemi nel momento in cui si è impiccato all’albero». I familiari escludono che «avesse intenti suicidari» e chiedono di procedere «con l’esame autoptico, sul presupposto che la morte di Vincenzo» sia stata «istigata o avvenuta per causa violenta».