Lealtà & Condivisione: che fine ha fatto il progetto per captare le acque dell’Anapo?
Dal 2018 l’impegno sottoscritto da Lealtà e Condivisione per l’acqua potabile è stato portato avanti senza sosta, con studi, convegni, proposte, fino alla progettazione del sistema di captazione delle acque superficiali dell’Anapo inserita nel capitolato messo a bando per la gestione del servizio idrico integrato della città di Siracusa aggiudicato da SIAM oltre un anno fa, insieme a decine di opere e progetti, suddivisi in un cronoprogramma di 2 anni. Opere delle quali a 10 mesi dalla scadenza dell’affidamento non vi è traccia, fatto salvo per gli annunci quindicinali sulle casette dell’acqua che di quel cronoprogramma, sviluppato in veste di assessore al ramo, rappresentavano una parte residuale, (5 punti su 75 dell’offerta tecnica).
“Così mentre vantiamo l’acqua “gratis” – afferma il presidente di L&C, Carlo Gradenigo – dimentichiamo che abbiamo una condotta e delle enormi vasche già realizzate dalla Ex Cassa del Mezzogiorno che porterebbero l’acqua potabile per caduta naturale da Pantalica fino alle nostre case. Un progetto che oltre ad evitare l’ulteriore insalinamento della falda e il recupero di una infrastruttura abbandonata costata miliardi delle vecchie lire, permetterebbe di gestire un’enorme portata di acqua che oggi finisce in mare.
“D’altronde – dice Gradenigo – lo facevano già i greci oltre 2.000 anni con l’acquedotto Galermi, perché non dovremmo farlo anche noi oggi, investendo sull’ampliamento e il recupero di invasi e condotte esistenti, invece di perseverare con nuovi campi pozzi da 20 Mln di euro che oltre ad gravare sui costi energetici di gestione del servizio per alimentare le pompe che sollevano l’acqua da 80mt di profondità, al primo temporale vanno in tilt, come accaduto in questi giorni, con il paradosso di lasciare la città di Siracusa senza acqua in pieno inverno”.