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La nostra malata società

Il terremoto che ha travolto la politica romana dopo gli arresti scaturiti dall’indagine “Mondo di mezzo” continua a provocare scosse all’interno del Pd della capitale, e a ben vedere non solo negli ambienti romani, e il timore di infiltrazioni nella Regione Lazio si fa più concreto, tanto da spingere il presidente Nicola Zingaretti ad avviare un’indagine conoscitiva presso tutte le principali centrali appaltanti di pertinenza come Asl, Ater, Centrale Unica e Dipartimenti per sapere se società legate all’inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito, mentre in attesa delle verifiche, il governatore del Lazio ha sospeso cautelativamente l’assegnazione delle gare in corso. E per rimanere a casa nostra, in Sicilia, e a Siracusa in particolare e per le ingerenze riflesse “palermitane” e “romane”, ogni giorno di più si sente e si vede la ripresa frenetica e silenziosa di attività illecite in danno alla collettività.

Il deputato all’ARS, Stefano Zito, in una nota diffusa nei giorni scorsi scrive chiaramente di un possibile coinvolgimento di aziende siracusane che sarebbero a suo dire “interessate” a gara d’appalto nel campo dei rifiuti in genere e nello smaltimento dei fanghi industriali, dove vi sarebbero implicati dei personaggi con forte interesse economico-politico-imprenditoriale nelle inchieste giudiziarie di Roma Capitale; stessa cosa fece l’onorevole Zito nell’Aula del parlamento siciliano spiegando e riportando telefonate registrate estrapolate dall’inchiesta giudiziaria dell’EXPO di Milano, e dove a vario titolo apparivano uomini politici siracusani e faccendieri di alto livello già coinvolte nel passato a “traffici” politici di casa nostra.

Interessi diffusi a ventaglio e che riportano a nomi e soprannomi di uomini delle lobby della politica, e di cui la magistratura inquirente sta indagando a fondo e in tutto lo scenario politico, economico e sociale, dove si sente chiaramente la “voce” degli affari sporchi con i soldi pubblici, degli appalti pilotati, dei servizi in concessione controllati, e tanto altro ancora, con l’aggravante che il connubio non si accorge della differenza della casacca politica.

Le attività illecite restano nell’ombra, fuori dalle luci della ribalta, con uomini che agiscono nel silenzio e con fare deciso e sicuro, che appaiono e scompaiono. Praticoni della pubblica amministrazione che vantano conoscenze ed hanno la capacità di corrompere e di accalappiare nuovi soldati politici, con una collaudata esperienza. Come dire: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Quel sistema che sembrava essere stato debellato con “Mani Pulite”, è ritornato più forte di prima. Appropriazione indebita del pubblico denaro, interessi privati in atti d’ufficio, peculato e concussione, sono il pane quotidiano tra le stanze della pubblica amministrazione. Delitti definiti contro il patrimonio pubblico, comune, del popolo, della povera gente che non riesce a sopravvivere e soffre ogni santo giorno, mentre c’è chi si arricchisce con il pubblico denaro, pilotando appalti dell’amministrazione statale, sfruttando quei poveri diavoli che noi chiamiamo semplicemente “extracomunitari”, con milioni di euro intascati per un investimento davvero modesto. In questo sporco gioco, troviamo nell’elenco e a pieno titolo i nostri rappresentanti eletti, quindi in teoria deputati a difendere l’interesse del popolo sovrano in connubio con i “compari” di sempre.

Troviamo ancora nella cronaca di tutti i giorni i tanti fatti legati alla mala amministrazione, voto di scambio, peculato, concorso esterna in associazione mafiosa, omissione d’ufficio, simulazione di reato, violenza privata, finanziamento illecito ai partiti e corruzione, turbativa d’asta, connubi e ricatti, associazione per delinquere finalizzata all’arricchimento attraverso ogni piccola occasione, truffa e tanto altro ancora, sono una buona parte dei reati commessi da ben trentotto dei novanta deputati all’ARS, che noi ci ostiniamo a definire “onorevoli”, buona parte indagati di reato. E la questione morale non si affievolisce o rallenta; anzi lievita e raccoglie tanti elementi probatori da far pensare che quello che è successo a Roma sia una condizione diffusa in tutto lo Stivale.

Gli atti intimidatori a consiglieri comunali, aumentati in maniera esponenziale da qualche tempo in tutta la provincia siracusana, si dirigono sempre verso aspetti legati al tentativo di cavalcare lo sfruttamento del pubblico denaro, attraverso deliberazioni dove i destinatari di attentati avevano in qualche modo tentato di fermare, contrastare, il degrado all’interno della pubblica amministrazione; rimangono inquietanti i fatti correlati e tutti gli aspetti ancora da chiarire, fortemente sospettati di connubio e di una forma, anche se leggera, di “aggregazione mafiosa” e dai legami tra parte della malavita organizzata e la politica siracusana che dispensa facili intimidazioni, percorso investigativo dove troviamo impegnati gli uomini della Digos, come l’incendio dell’auto in maniera plateale, stile mafioso, alla coraggiosa consigliera comunale, Simona Princiotta, che suscitò allarme e tanto scalpore mediatico per le modalità e la logistica dell’atto criminoso. Un altro coraggioso consigliere a forte rischio per la propria incolumità e il quieto vivere familiare, è Salvo Sorbello, con le sue continue denunce su appalti, sub appalti e Servizi in concessione, che appaiono sinistri e i fatti raccontati si confermano con le polemiche subito dopo scaturite. Gara d’appalto della gestione del servizio idrico, della raccolta dei rifiuti, degli asili nido, della gestione degli impianti sportivi, dell’edilizia popolare, regalie sotto le lecite forme, e ultimamente appare poco offuscata anche la gara d’appalto per il servizio di portineria presso il Tribunale di Siracusa, quando già dal primo mese l’impresa non ha pagato gli stipendi ai dipendenti, mentre insiste nella pratica di gara e per legge la dichiarazione della capacità economica, come dire che la provvista di denaro necessario per far fronte ai pagamenti delle prime cure è garantito. Ma si tratta di un servizio sensibile per la sicurezza del Palazzo di Giustizia e non si può sottovalutare la funzione istituzionale da affidare come si trattasse di una strada da asfaltare; e ci sono segnali preoccupanti in tale senso e sul numero delle auto ammesse all’entrata nel parcheggio del Tribunale, e che proprio in quei giorni di stato di agitazione del personale si è verificato nel piazzale l’ammasso di auto in doppia e tripla fila e dove alcuni operatori giudiziari hanno segnalato che sono stati costretti ad aspettare ore prima di poter uscire dal parcheggio con la propria auto perché bloccati avanti e dietro da automobili senza alcun permesso. Sarà stata una combinazione, strana, ma gli elementi raccolti sono stati già segnalati a chi di dovere perché si tratta purtuttavia di un bersaglio sensibile, anche alla sola notizia veicolata mediaticamente e senza alcun danno o dolo.

La mala politica attraverso l’intrallazzo da parte di chi è stato eletto, è un tradimento ai cittadini-elettori, ma nel contempo il mezzo più veloce per avere presto la provvista di soldi necessaria a mantenere il proprio potere politico o i posti di lavoro per parenti e amici, come per diventare sempre più ricchi e potenti in danno del popolo e con i soldi di tutti, ed è il solo pensiero che occupa la mente dei ladri (eletti) della cosa pubblica, degli speculatori, dei politicanti, professionisti della politica; un ingiusto profitto con il danno altrui, costringendo gli altri a sottostare al proprio ricatto, al progetto d’espansione politico del gruppo d’appartenenza, compreso la richiesta del passaggio di gruppo politico, cambiando casacca non solo per i capi popolo, ma soprattutto per il singolo uomo, compresa la possibilità di essere estromessi dal lavoro, licenziati. Un gesto di viltà, un ricatto che mira al cuore della famiglia, all’orgoglio di gente che ancora crede nei valori, come l’amicizia e l’onore degli uomini in quanto tali.

Concetto Alota

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