Siracusa, celebrata la festa delle reliquie
“Le reliquie di Santa Lucia ricordano la sua fede, il suo martirio, i suoi insegnamenti, la sua continua presenza tra noi. Santa Lucia è nostra concittadina. Ella porta con sé la nostra storia e continua a vivere là dove ha amato”. L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha presieduto ieri sera la celebrazione in Cattedrale nella Giornata delle Reliquie, che ha visto per l’intera giornata l’esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia nella sua nicchia in Cattedrale.
“Lucia ci è vicina soprattutto con la sua santità – ha detto mons. Lomanto –. Santa Lucia è inserita nel solco della nostra storia in un legame profondo e inscindibile con la nostra città. Il grido di pietà Sarausana jè, che è di grande afflato umano e sociale, porta con sé un profondo significato di identità collettiva e di anelito spirituale. Da un canto, infatti, esso esprime il senso dell’identità locale segnata fortemente dalla presenza, dall’azione e dal patrocinio di Santa Lucia e dall’altro canto evidenzia il nostro desiderio di diventare santi come lei”.
La festa delle reliquie ha preso il via al mattino con l’apertura della nicchia che custodisce il simulacro di Santa Lucia alla quale è seguita la messa in Cappella celebrata da mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale. Come ha spiegato il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione, si tratta di una giornata che ricorda la dedicazione della Cattedrale e il terremoto del 1693: “Quando la città chiede aiuto Santa Lucia risponde sempre. Quella di oggi è anche la festa delle portatrici, che svolgono un servizio prezioso a Lucia e un momento di riflessione sulla lettera pastorale dell’arcivescovo che ricorda che quest’anno è l’anno Luciano e vedrà l’arrivo del corpo di santa Lucia a Siracusa. Un momento di grazia e preghiera e di riflessione sulla testimonianza di Lucia. Conosciamo meglio la nostra patrona. Oggi il devoto deve essere consapevole. E’ il senso di questa giornata. E nel senso di corresponsabilità che ci deve caratterizzare a consegnare le chiavi al maestro di Cappella non saremo noi della Deputazione ma semplici cittadini ed in particolare il presidente e l’allenatore del Siracusa Calcio, Alessandro Ricci e Gaspare Cacciola”. Al termine il presidente Ricci ha fatto omaggio alla Deputazione di una maglietta verde del Siracusa Calcio.
“Il messaggio della parola di Dio illumina il senso della nostra accoglienza o consacrazione a Dio, evidenzia l’esemplarità dell’adesione al Signore, indica il senso della missione delle portatrici e l’importanza della nostra testimonianza cristiana – ha detto mons. Lomanto –. Le reliquie ci ricordano l’adesione personale dei santi a Dio. In Cristo i santi appartengono a Dio. Il santo, che si dona a Dio e vive di Dio, manifesta, irradia, fa risplendere la santità di Dio, perché Cristo è nei cristiani. Le reliquie sono il segno della presenza del santo, richiamano la vita del santo e la sua vicinanza a Dio. La venerazione delle reliquie è un atto di riverenza alla presenza di Dio nei santi, un’attenzione al loro modo di vita, alla dinamica interiore e all’attività creativa, allo stile di santità e di testimonianza di fede. Le portatrici – e tutti noi – siamo chiamati a conoscere sempre più la conformità di Santa Lucia alla volontà di Cristo, a vivere lʼamore del Signore come la nostra santa patrona per essere come Lui, a testimoniare la potenza di Dio nella originalità della nostra vita per rendere presente al mondo la vita vera”.
Prima della celebrazione ha avuto luogo la processione delle Reliquie dalla nicchia all’altare centrale. Subito dopo le riflessioni di don Salvatore Spataro, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio, e del prof. Salvatore Sparatore, docente dell’ISSR San Metodio e tesoriere della Deputazione, sulla lettera pastorale dell’arcivescovo mons. Francesco Lomanto “In luce ambulamus“: “La domanda che vorrei porvi è molto semplice: chi è Lucia? Le risposte potrebbero essere molteplici – ha detto il prof. Sparatore – ma la più importante è che Lucia è una testimone (non una testimonial!) del suo credere in Gesù fino al martirio. Il nostro arcivescovo nella sua Lettera Pastorale per l’Anno Luciano ci invita a recuperare il carattere di Luce proprio della fede seguendo la testimonianza di Lucia che non è solamente un esempio civico ma una piena scelta cristiana. È fondamentale che il cristianesimo non venga ridotto ad una religione civile, dove la pietà popolare, come scrive il nostro Arcivescovo, rischia “di essere fondata solamente su aspetti meramente esteriori e vuoti di significato religioso”. Don Salvatore Spataro si è soffermato sulle linee guida della lettera pastorale e le indicazioni dell’arcivescovo: “Una lettera consegnata ai devoti e alle devote per camminare con Lucia. Il cammino è essenziale nella vita della Chiesa – ha detto don Salvo Spataro – e Lucia è la sorella che cammina con noi e ci aiuta a camminare nella santità”. L’invito a “ripensare la vita cristiana sul modello delle virtù teologali: fede, speranza e carità”. E ha ricordato le Linee guida suggerite: il cammino sinodale, la vocazione alla santità e la testimonianza. “Io aggiungo anche vivere il battesimo. Il battesimo è l’illuminazione che ci fa diventare figli della fede. Il battesimo è la vita di Dio in noi. Lucia ci invita a riscoprire il nostro battesimo e a fare della nostra vita il tempio di Dio. Lucia ha fatto della sua vita un servizio per gli altri“. Vivere l’esperienza totale che ci insegna Lucia, camminare insieme e vivere la santità nella quotidianità della vita. A tutti i partecipanti è stata consegnata la copia della lettera pastorale.