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Una granita cinque euro: e i turisti si lamentano

Con l’imperversare della cosiddetta alta stagione, si ripropongono le insidie di sempre per gli avventori, specie se turisti. Il costo delle consumazioni, siano esse al tavolo o al bancone, lievita e non c’è omogeneità tra i vari locali pubblici o esercizi commerciali. Inevitabili e puntuali arrivano le lamentele sul trattamento ricevuto o sul caro prezzi subito dai visitatori. Stavolta è toccata a una coppia del Nord Italia, che, in visita in Ortigia, ha gustato in un bar due granite senza brioche. Al gusto gradevole e dolce della granita s’è contrapposto, però, l’amaro dello scontrino: i due turisti hanno dovuto sborsare dieci euro, il doppio rispetto a un bar di Modica e a un altro di Noto, dove si erano recati il giorno prima.

“Siamo alle solite – dice Arturo Linguanti, presidente emerito di Confesercenti – c’è, purtroppo, la tendenza da parte di alcuni commercianti siracusani a ‘spennare’ i turisti che consumano i nostri prodotti. Quel che è più sgradevole, il fatto che non rispettano gli obblighi di legge che impongono la trasparenza massima nel rapporto con i consumatori a cominciare dal listino dei prezzi che deve essere messo sempre bene in evidenza e consultabile dagli avventori e, soprattutto, rispettato”. Linguanti si è quindi rivolto all’assessore comunale alla legalità che replica: “Non solo serve trasparenza sui prezzi ma anche intelligente equilibrio sugli stessi, che in alcuni casi manca. Bisogna essere trasparenti, giusti e curare la pulizia, l’accoglienza e la qualità degli ingredienti e in generale dei cibi somministrati. Occorre serietà e cura nella gestione dei rifiuti e della differenziata, tenendo i mastelli dentro o dotandosi di coperture lignee chiuse a chiave e pulite. Ciò che a volte si vede è inaccettabile per una Città civile”.

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