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Un siracusano “sparito” in Venezuela

Cresce la paura nella comunità di italiani in Venezuela, dopo la cosiddetta operazione «toc toc» degli agenti del regime di Nicolas Maduro contro i suoi oppositori. 

Gli ultimi due casi sotto i riflettori delle autorità italiane riguardano due italo venezuelani di origini siciliane.

Si teme che Antonio Calvino, 46enne di origini siracusane, non ci sia riuscito.

Ma secondo una ipotesi più probabile l’uomo potrebbe essersi nascosto in qualche luogo per lui sicuro, nel tentativo di evitare la rappresaglia.

 Dal 9 agosto scorso non si hanno più tracce di lui, era un oppositore del governo, arrestato tre anni fa durante il Covid davanti al nostro consolato a Caracas per “incitamento all’odio” con la presunta accusa di voler assaltare il nostro consolato e liberato lo scorso anno su pressione del nostro stesso governo.

Un altro caso riguarda la messinese Rita Capriti, 50 anni, esponente del partito di opposizione «Primero Justicia», prelevata dalle autorità locali nella notte dell’1 agosto e da allora sarebbe stata rinchiusa «in una stanza».  Di fatto imprigionata.

Per lei le accuse sono di incitamento all’odio, terrorismo e resistenza a pubblico ufficiale. «Non è stata consentita la visita della vice console onoraria, la quale nei prossimi giorni riproverà ad ottenere il permesso per incontrarla», spiega la deputata regionale Bernardette Grasso, che esprime «profonda preoccupazione».

Il ministero degli Esteri sta seguendo il caso dall’inizio e il fratello della donna, Tony, era già pronto a tornare in Sicilia ma è rimasto bloccato lì dopo l’arresto della sorella.

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