Voto di scambio, coinvolto l’ex senatore Papania
Nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia su scambio elettorale politico mafioso, spaccio ed estorsione, tra gli arrestati c’è l’ex senatore del Pd Antonino Papania, 65 anni, fondatore del movimento politico «Via», accusato di scambio elettorale politico-mafioso. È stato arrestato anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone 69 anni ritenuto l’intermediario fra Papania e il clan mafioso di Alcamo.
Secondo gli inquirenti, Papania insieme a Pasquale Perricone, avrebbe accettato la promessa da parte di Giosuè Di Gregorio, ritenuto esponente della famiglia mafiosa, di procurare voti a Angelo Rocca, coordinatore provinciale del movimento politico Via. In cambio, Papania, secondo l’accusa, avrebbe pagato Di Gregorio con la somma di 3mila euro. All’autista l’ex senatore intercettato diceva di non andare spesso nel bar di Francesco Coppola in via Veneto perché quello era il suo quartier generale. Qui Coppola incontrava Di Gregorio che arrivava da Trapani. Il rischio era che i giovani agenti del commissariato di Alcamo – è scritto nell’ordinanza – che avevano sostituito quelli più anziani andati in pensione potessero immediatamente redigere una relazione di servizio.
Sono state ricostruite estorsioni alcune consumate altre solo tentate, ai danni di imprenditori locali, tra i quali un imprenditore di Castellammare, con interessi nel settore della distribuzione alimentare e del mercato immobiliare, e due imprenditori alcamesi attivi nel settore dell’edilizia, del movimento terra e della commercializzazione di autovetture. Le vittime sarebbe state minacciate di ritorsioni se non avessero versato, nelle mani di un uomo di fiducia del capo famiglia alcamese, la somma di 50 mila euro. Anche il titolare di un maneggio sarebbe stato vittima degli indagati. E un buttafuori trapanese sarebbe stato costretto ad abbandonare il proprio impiego in un esercizio commerciale per fare assumere il figlio di un noto pregiudicato del posto, destinatario del provvedimento cautelare.
. L’operazione avrebbe scoperto un traffico di stupefacenti grazie all’apporto di fornitori albanesi, e alla detenzione di armi, nascoste dagli indagati e nella disponibilità del gruppo, evidenziando così la trasversalità e la caratura criminale dei sodali. Uno degli indagati è stato arrestato per detenzione di oltre 9 chili di marijuana. In quella occasione, nel corso della perquisizione, sono stati inoltre trovati 2 fucili a canne mozzate calibro 12, con relativo munizionamento, entrambi provento di furto. Contestualmente al provvedimento cautelare sono stati eseguiti 8 decreti di perquisizione personale e domiciliare, nei confronti di altrettanti soggetti, indagati a vario titolo per traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e porto e detenzione illegale di armi.