Augusta, un altro detenuto in sciopero della fame
Ha preso carta e penna per esporre all’opinione pubblica il proprio disagio e quello di altri detenuti, ospiti della casa di reclusione di Augusta, nel recente passato al centro dell’attenzione per una serie di suicidi. “Ci sono negati i diritti – scrive un detenuto siracusano che sta scontando una pena all’ergastolo – o vengono dimenticati e qualcuno, purtroppo, crolla e, per disperazione, compie il gesto estremo di togliersi la vita. Io sono in sciopero della fame ed ho chiesto un incontro con il magistrato di sorveglianza.
Ma fino ad oggi non mi ascolta nessuno”.
“Ho un libretto postale a risparmio dove è stata canalizzata una piccola pensione ma l’ufficio ragioneria del carcere di Augusta non mi corrisponde la somma da me richiesta e ciò non mi consente di fare la spesa, altri acquisti e bonifici”.
“Ho chiesto di ritingere la cella in cui vivo, disinfettarla ma senza alcun esito, e siamo costretti a convivere con le blatte come documentato da Radio Radicale.
Quarantotto detenuti dobbiamo dividerci tre docce in comune e i disagi sono enormi.
Non siamo seguiti dagli psicologi mentre ognuno di noi ne avrebbe bisogno anche per superare vari problemi familiari.
Il sistema penitenziario ci concede delle agevolazioni che non sono applicate al carcere di Brucoli, al contrario che a Cavadonna dove, durante la mia detenzione, ho potuto partecipare a vari corsi, al progetto della Caritas”.