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I dipendenti: “Si faccia di tutto per salvare l’Ias”

I dipendenti dell’Ias non ci stanno a essere considerate le vittime sacrificali e chiedono che politici, istituzioni pubbliche, sindacati e imprenditori facciano la loro parte per salvaguardare la produttività dell’impianto biologico consortile di Priolo.

L’intervento fa seguito a quanto emerso in occasione della seduta straordinaria del consiglio comunale di Melilli. “Traspare – scrivono in un articolato documento. da un lato la generica volontà, almeno di una parte degli interlocutori, di salvaguardare un asset importante quale l’impianto biologico consortile, dall’altro una sorta quasi di ineluttabilità in merito agli interventi in corso all’interno degli stabilimenti del grandi utenti industriali per la costruzione di svariati impianti di trattamento acque di scarico che dovranno sostituire l’impianto gestito dall’Ias, impianto che, si ipotizza sia idoneo a depurare i reflui che da oltre 40 anni vengono conferiti”.

La preoccupazione dei dipendenti dell’Ias sia che “le iniziative poste in essere finora da tutte le parti coinvolte derivino da un presupposto opinabile, ovvero che non di ipotesi si tratti ma di sentenza già definitiva, sentenza che sembra sia arrivata senza attendere neanche gli esiti dell’incidente probatorio, iniziato nel gennaio 2023”. Segue una serie d’interrogativi sulla reale esigenza o meno di perdere “in asset così importante per l’intero comprensorio aretuseo senza avere ancora piena contezza di tutti gli elementi necessari a prendere una decisione ponderata”.

Per loro sarebbe importante che gli steakholder facessero una riflessione separando l’aspetto tecnico da quello giudiziario.

Fatta salva l’azione della magistratura tendente ad accertare se si sia verificato il disastro ambientale ipotizzato in accusa, da un punto di vista tecnico “appare opportuno notare che già da oltre due anni l’impianto biologico consortile è gestito da un amministratore giudiziario e da un team di coadiutori tecnici presenti in impianto: oltre ottocento giorni di gestione sotto l’egida della magistratura nei quali si ha disponibilità di dati analitici in ingresso e in uscita dal depuratore”.

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