Processo Open Arms, la parte civile chiede risarcimenti milionari
I legali della parte civile, costiuita da alcuni dei 147 naufraghi della Open Arms e delle organizzazioni al processo di Palermo si sono associati alla richiesta dei pubblici ministeri di condannare il ministro Salvini.
In cinque ore di udienza, hanno chiesto anche un risarcimento danni per i loro assistiti per un totale di oltre un milione di euro.
Adesso i riflettori si spostano sulla difesa che nella prossima udienza del 18 ottobre farà la propria arringa. «Non ci fu alcun sequestro di persona», ha ribadito l’avvocato Giulia Bongiorno che ha espresso «solidarietà ai pm per le minacce» ricevute dopo la richiesta di condanna di Salvini. «Bisogna condannare con fermezza qualsiasi tipo di invettiva, minaccia e aggressione», ha affermato.
Sulle iniziative la Lega per fare cerchio attorno al «Capitano», l’avvocato ha smorzato i toni: «Nessun tipo di iniziativa, non so in che termini sarà, è diretta ad avvelenare il clima.
Sono la prima a dire che non si devono alzare i toni, dobbiamo ancorarci agli atti processuali perché quelli ci danno ragione.
Abbassiamo i toni, limitiamoci ad esaminare gli atti».
«Sulla nave c’era un carico di umanità dolente, l’imbarcazione si trovava in condizioni meteorologiche difficili – ha sostenuto l’avvocato della ong, Arturo Salerni – Di fronte a queste persone sguarnite di ogni difesa la pubblica autorità con il suo vertice, al di fuori di ogni previsione normativa, decise di privare della libertà le persone che si trovavano in quella condizione”.