Aggiornamento canone servizio igiene urbana, querelle Comune-Igm: il Cga nomina il commissario
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha disposto la nomina di un altro commissario ad acta per l’ottemperanza da parte del Comune capoluogo alla sentenza con cui il Cga nel 2020 ha disposto l’aggiornamento del canone per la gestione dei rifiuti solidi urbani, proposto dalla società Igm Rifiuti Industriali srl.
Con la sentenza resa il 18 ottobre 2021 il Consiglio ha stabilito l’accoglimento del primo ricorso di ottemperanza con le determinazioni dell’ammontare del risarcimento che il Comune dovrebbe all’Igm. In quella sentenza il Cga disponeva “che il Comune proceda al pagamento da determinare (…) in contraddittorio con il ricorrente nel termine di sessanta giorni”. Il 5 aprile scorso il direttore generale del territorio e dell’ambiente della regione Emilia Romagna, che fu nominato commissario, ha fatto conoscere al Consiglio che non avrebbe potuto assumere le funzioni di commissario ad acta allegando una valida motivazione. Il 2 maggio il Comune ha comunicato di avere formulato la propria offerta, che offerta non era stata accettata dalla controparte.
L’Igm ha depositato una memoria con cui ha insistito nella richiesta di sostituzione del Commissario ad acta dovendosi considerare il Comune inadempiente di fatto e “ribadendo di considerare assolutamente incongrua l’offerta formulata dall’Ente locale”.
Il Collegio, non essendo stato trovato l’accordo tra le parti, un commissario ad acta nel dirigente generale del Ministero dello sviluppo economico.
La controversia risale al 15 gennaio 2003 quando il Comune ha affidato all’Igm Ambiente la concessione del servizio di igiene urbana, comprendente i servizi relativi alla gestione di rifiuti urbani e assimilati (attività di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati, raccolta differenziata, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione). Il rapporto contrattuale, alla scadenza quinquennale, è proseguito agli stessi patti e condizioni in virtù di successivi atti di proroga, i quali venivano adottati a partire dal 2011 mediante ordinanze contingibili e urgenti. L’Igm Rifiuti industriali, che nel frattempo h sostituito la Igm Ambiente, ha fatto ricorso al Tar ipotizzando un risarcimento di 2milioni 600mila euro al lordo dell’Iva.