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Alessandra Furnari candidata al Senato: “Col Pd battaglie di civiltà”.

Un avvocato con la passione per la politica. Così si è presentata Alessandra Furnari, candidata al Senato del Pd nel collegio uninominale Siracusa – Ragusa e al plurinominale per la Sicilia orientale. Furnari, insieme con gli altri candidati siracusani FauystoRaciti, Sofia Amoddio, Giovanni Giuca, all’apertura ufficiale della campagna elettorale in vista delle Politiche del Pd del prossimo 4 marzo,ha commentato: “La mia candidatura al Senato – ha detto – ha stupito più me, forse più di quanto abbia stupito gli altri. Ho già avuto la fortuna di parlare con molti, amici e non, e so già che questo mese avrò la possibilità di conoscere tantissime persone e le loro storie. Ho voluto accettare questa sfida per diverse ragioni: per ringraziare chi mi ha dato fiducia e chi mi ha fin da subito dimostrato sostegno in questa battaglia, ma soprattutto per poter rappresentare in parlamento le istanze del territorio”. Un territorio nella quale la Furnari ha da sempre scommesso, fin da quando 11 anni fa scelse di tornare dalla Toscana, terra in cui si era laureata e aveva iniziato la pratica forense. “Poi però – ammette – ho sentito il richiamo del mio territorio e ho deciso di tornare a vivere nella mia terra. Proprio per questo vedo nella mia candidatura il completamento di un cammino.”
Un cammino nel Partito Democratico, unica forza politica in cui la Furnari si rispecchia. “Mi sono avvicinata al partito da qualche anno, portando sempre avanti i miei principi. Questo è l’unico partito di cui mi sento parte, nonostante le sue contraddizioni, ma è un partito che ha sempre avuto come punto centrale le battaglie di civiltà. Per professione sono abituata ad ascoltare e tentare di risolvere i problemi delle persone, proprio per questo voglio mettere in campo tutta la mia esperienza professionale, per provare a risolvere i problemi del nostro territorio. Lo farò con volontà e col vostro sostegno – conclude – e sono onorata di correre questa folle corsa, con la certezza che il 4 marzo potremo guardarci indietro capendo di aver fatto il nostro meglio, correndo una battaglia di civiltà”.

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