Ambiente, industrie e territorio, le riflessioni dell’On. Giovanni Cafeo (Prima l’Italia)
“Le notizie sullo stato di salute dell’ambiente nell’area della zona industriale sono molto rassicuranti. Da un lato, l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha accertato la balneabilità delle acque di Marina di Priolo, dall’altro la Lipu ha annunciato il ritorno dei fenicotteri rosa nella Riserva Saline di Priolo. Anzi, gli stessi volontari dell’associazione hanno aggiunto che sono riprese le nidificazioni delle tartarughe. È di tutta evidenza che la zona attorno a Priolo, dove insiste una consolidata presenza di stabilimenti industriali, registra una qualità ambientale e marina di alto livello, altrimenti i tecnici dell’Arpa avrebbe compiuto altre scelte e l’istinto dei fenicotteri li avrebbero dirottati in altri luoghi per depositare le proprie uova.”
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, parlamentare regionale di Prima l’Italia.
“Però – prosegue Cafeo – qualche riflessione è opportuno farla, a proposito dello stato ambientale di questa porzione di territorio che, oltre alle specie protette, ospita l’IAS, il depuratore consortile capace di trattare i reflui civili dei Comuni di Priolo e Melilli ed i fanghi della zona industriale. Come è ormai risaputo, la struttura è stata posta sotto sequestro dal Tribunale di Siracusa, su richiesta della Procura di Siracusa che ha aperto un’inchiesta per disastro ambientale. Per andare al concreto, l’ipotesi accusatoria è che il malfunzionamento del depuratore avrebbe prodotto l’inquinamento del mare.
Una tesi su cui non intendo entrare, c’è un procedimento giudiziario in corso ma una riflessione va fatta, o meglio qualche domanda è lecito porsela: se è vero che l’IAS sversava reflui sul mare, procurando un danno ambientale, come è possibile che l’Arpa non abbia rilevato nulla di anomalo nel campionamento dell’acqua di Marina di Priolo, a due passi dall’impianto? E poi: è lecito ritenere che fenicotteri e tartarughe, peraltro ritenute specie protette, decidano di riprodursi in un luogo malsano?”
“La zona industriale, negli ultimi anni, ha compiuto passi da gigante nella tutela dell’ambiente – continua il parlamentare regionale di Prima l’Italia – questo grazie ad un lavoro sinergico tra istituzioni, che hanno compreso quanto sia determinante la salvaguardia del territorio, associazioni ecologiste, che hanno avuto un ruolo di persuasione importante, e le aziende del Petrolchimico, che hanno investito in tecnologie.”
“Ritengo – continua ancora Cafeo – che questo sia lo schema da seguire per provare a salvare l’intero comparto industriale siracusano. Una contrapposizione tra le parti in causa, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti, il sequestro dell’Ias e la crisi del Petrolchimico legata agli effetti della guerra in Ucraina, è la strada sbagliata che porterà solo alla desertificazione del territorio con conseguenze drammatiche sul lato economico, occupazionale, sociale ed ambientale.”
“È indispensabile individuare una soluzione condivisa che possa consentire da un lato di riaccendere il motore della zona industriale e dall’altro di proteggere l’ambiente – conclude l’On. Cafeo – la Transizione ecologica deve essere un’opportunità per le imprese del Petrolchimico e non una sorta di condanna a morte: coinvolgerle in questo processo, finalizzato all’abbattimento dell’emissione di Co2 è quanto di più strategico e funzionale possa esserci per il nostro territorio. Questo deve essere l’obiettivo di tutti: istituzioni, parti sociali, ambientalisti ed aziende.”