Amenta (Anci): “Aumento dei costi energetici, comuni al collasso”
Il 2022 sarà l’anno più nero dal dopoguerra per i Comuni travolti dal gravoso aumento dei costi energetici, che si ripercuoteranno drammaticamente sui cittadini, su cui in virtù del Federalismo Fiscale ricade la copertura dei costi dei servizi essenziali, tra questi la raccolta e lo smaltimento rifiuti e il servizio idrico integrato (acqua e fognatura), di fatto triplicati tra aumenti del costo dell’energia, maggiori oneri per il passaggio dal mercato libero al mercato di salvaguardia, che costringe già gli Enti a pagare il 40% in più l’energia, interessi che su questi costi graveranno, e dall’obbligo di inserire nei Bilanci le sempre maggiori crescenti somme relative al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità.
Il grido d’allarme arriva dal Vice Presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, Presidente del Consiglio comunale di Canicattini Bagni, preoccupato dal silenzio di Stato e Regione su questo scenario drammatico che si sta sempre più concretizzando ai danni dell’esistenza stessa degli Enti Locali, in particolare quelli siciliani, già fragili per la lunga pandemia e per il perdurare di una crisi economica e occupazionale che coinvolge le famiglie e ricade pesantemente sul sistema riscossione dei tributi, appena il 50%, che non permetterà di garantire i servizi essenziali, approvare i Bilanci di previsione e modificare i piani di riequilibrio finanziario dei Comuni.
«Purtroppo, se Stato e Regione, non attenzionano velocemente questo problema – afferma il Vice Presidente Paolo Amenta – il 2022 segnerà con dolore e rammarico il crollo finanziario dei Comuni, impossibilitati a far fronte agli incontrollati maggiori costi dell’energia che si stanno già registrando, che per caduta si ripercuotono sui servizi essenziali erogati e quindi sui tributi a carico dei cittadini, come impone il Federalismo Fiscale. Così è per i rifiuti, il cui conferimento in discarica in Sicilia è già passato da 140 a 240 euro a tonnellata, mentre per l’umido si è passati da 100 a 155 euro, per non parlare dei costi ormai proibitivi, quasi triplicati, per quanto riguarda l’energia per le pompe di rilancio dei pozzi per garantire il servizio idrico nelle case delle famiglie o la sicurezza con l’illuminazione dei centri abitati.
Apprezziamo – continua Amenta – il lavoro del Governo per quanto riguarda la calmierazione degli aumenti dei costi energetici domestici per le famiglie, ma si deve sapere che questo provvedimento non comprende i costi che sostengono i Comuni che già pagano, con l’obbligo del passaggio dal mercato libero al mercato di salvaguardia, l’energia il 40% in più, a cui si devono sommare gli interessi per sostenere tali costi e gli aumenti in corso. Di fatto, tra le altre cose, si sta vanificando il sacrificio di quegli Enti che hanno sostenuto investimenti per l’efficientamento energetico, che oggi si vedono più che raddoppiate le bollette che devono pagare con tutti gli aumento che ho descritto. I Comuni, con questo stato di cose, non potranno approvare i Bilanci di previsione, né tantomeno intervenire sui piani di riequilibrio per colmare questi maggiori oneri, considerato che i soldi arrivano solo dai tributi a carico dei cittadini, sempre più soffocati, come in Sicilia, da una lunga emergenza pandemica in aggiunta a emergenze storiche come quelle economiche e occupazionali che permettono appena al 50% delle famiglie di contribuire alla finanza locale.
E quest’ultimo problema – aggiunge il Vice Presidente di Anci Sicilia – convinti che non possiamo triplicare le bollette ai cittadini, apre un’ulteriore ferita nei Bilanci dei Comuni, costretti ad inserire quel famoso Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, appunto i tributi che i cittadini non possono pagare e i Comuni riscuotere, che indebolisce la garanzia della continuità di erogazione dei servizi essenziali e porta al collasso tutto il sistema degli Enti Locali.
Oggi si parla di opportunità e progettualità per i fondi del PNRR, ma i Comuni immersi come sono nelle problematiche di vivibilità quotidiana, privi, altresì, di professionalità adeguate, saranno ancora una volta tagliati fuori anche da questi provvedimenti.
E allora – conclude il Vice Presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta – è urgente che Stato e Regione, il Presidente Musumeci in primis, sugli scenari che gli aumenti energetici stanno disegnando per i Comuni, aprano subito un dibattito, per trovare soluzioni che permettano al sistema Enti Locali, unico front office con i territori, di continuare ad esistere e garantire i servizi essenziali ai cittadini».