Amianto, le norme della legge di stabilità: “Una tagliola”
Nuova tagliola per le vittime dell’amianto: legge di stabilità del 23 dicembre scorso stabilisce che le domande per il prepensionamento devono essere presentate entro il 31 gennaio prossimo.
Il governo nazionale è intervenuto per stanziare 45 milioni di euro “in favore dei comuni di Casale Monferrato e Napoli – Bagnoli” come se l’amianto fosse presente solo in questi due comuni. Con un altro articolo ha stabilito che “entro il 31 gennaio prossimo, i beneficiari dell’assicurazione obbligatoria gestita dall’INPS, e dell’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, gestita dall’INAIL, dipendenti di aziende che hanno collocato tutti i dipendenti in mobilità per cessazione dell’attività lavorativa” potranno chiedere di essere posti in prepensionamento se hanno ottenuto delle sentenze di riconoscimento del diritto, anche se è stato loro attribuito il coefficiente 1,25 che non è utile per andare in pensione prima.
Tutti i lavoratori dei siti di Siracusa e del resto della Sicilia, potranno quindi accedere al prepensionamento, purché la domanda all’INPS sia depositata entro il prossimo 31 gennaio.
L’Osservatorio Nazionale Amianto quindi chiede che comunque tutti i lavoratori presentino le domande di prepensionamento e dopo l’eventuale rigetto si agirà in giudizio per far valere l’illegittimità costituzionale. Inoltre, sono state estese le prestazioni del Fondo vittime amianto in favore dei malati di mesotelioma anche per esposizione ambientale e familiare.
«Queste modifiche sono insufficienti – dice Calogero Vicario, responsabile provinciale dell’Osservatorio nazionale sull’amianto – perché avevamo chiesto di riportare in favore di tutti i lavoratori il prepensionamento per amianto e non solo per coloro che hanno gli stabilimenti in difficoltà e, soprattutto, anche di togliere il termine di decadenza per coloro che non avevano fatto la domanda all’INAIL entro il 15 giugno 2005; di derogare, inoltre, alla Legge Fornero per i lavoratori esposti all’amianto e soprattutto per quelli malati, come per il caso dei lavoratori di Gela, Siracusa, Ragusa, Salerno, dell’Isochimica di Avellino, di Porto Marghera, della Solvay di Rosignano e di tanti altri».
Ma il governo Renzi non ha voluto sentire ragioni. Soprattutto c’è una tagliola, fa notare l’avvocato Bonanni: «occorre presentare le domande all’INPS entro il 31 gennaio 2015. Anche le prestazioni del Fondo vittime amianto, pure estese ai malati di mesotelioma per via ambientale e familiare costituiscono una misura insufficiente, perché non vi sono state destinate altre risorse e quindi si ripartiranno tra più vittime quelle inizialmente stanziate per coloro che si erano ammalati per ragioni lavorative, che già erano assai ridotte e portavano a un aumento di poche decine di euro della rendita INAIL».