Amianto e vittime, grazie all’Ona il Ministero della Difesa riconosce ad un militare il danno causato dall’amianto
Il Ministero della Difesa, Direzione Generale per la Previdenza Militare e della Leva, in data 23.02.2018, con decreto risalente al 15.02.2018, equipara il capitano Francesco Paolo Sorgente, già riconosciuto vittima del dovere, alle vittime del terrorismo.
L’ufficiale della Marina Militare Italiana, dopo aver svolto servizio anche presso la base di Augusta in Sicilia, in quanto esposto ad amianto, ha contratto mesotelioma ed è deceduto in data 25.01.2009.
L’Avv. Ezio Bonanni, legale dei famigliari, è riuscito a dimostrare la presenza di amianto presso la base militare di Augusta, nel corso del procedimento penale pendente presso la Procura della Repubblica di Padova.
La vedova e gli orfani, attraverso l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, hanno ottenuto il rinvio a giudizio di alti ufficiali della Marina Militare Italiana per il reato di omicidio colposo, e il procedimento è pendente presso il Tribunale penale di Padova.
Allo stesso tempo, l’Avv. Ezio Bonanni ha ipotizzato che in questo caso il Cap. Sorgente dovesse ottenere il riconoscimento di vittima del dovere al tempo stesso con equiparazione alle vittime del terrorismo, e ciò rileva ai fini previdenziali perché garantisce un più alto importo dell’indennizzo, che è pari a un rateo mensile di €500,00, invece che dell’importo 258,53 (assegno vitalizio), oltre allo speciale assegno vitalizio di €1.033,00, oltre equiparazioni e alla speciale elargizione di €225.000,00.
«È stato un duro scontro giuridico con l’avvocatura generale dello Stato, che intendeva negare il diritto della vedova e degli orfani al giusto indennizzo che purtroppo, però, non riporta in vita il capitano della Marina Militare Italia, Francesco Paolo Sorgente, ucciso dall’amianto, ennesima vittima, e ricordo che nella relazione finale dello scorso 09.02.2018 della commissione parlamentare di inchiesta, a pag. 34, riporta 1101 casi di vittime di amianto nella Marina Militare Italiana tra le sole che sono giunte all’attenzione della Procura della Repubblica di Padova, e quindi con una incidenza molto più alta, di cui 570 mesoteliomi pleurici. È proprio grazie all’Osservatorio Nazionale Amianto che questa strage è venuta alla luce e ora è stata certificata anche dalla commissione parlamentare di inchiesta. Spero e mi auguro che si giunga finalmente alla bonifica totale e complessiva», dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Questi aveva iniziato il suo servizio nel lontano 12.03.1968 e, fino al 30.01.2000, è stato un ufficiale che, per motivi di servizio, è stato esposto ad amianto.
La vedova e gli orfani si erano costituiti parte civile anche nel procedimento penale Marina Bis che pende presso il Tribunale penale di Padova, nel quale sono imputati alti ufficiali responsabili dell’uso dell’amianto.
Nel processo penale, sempre assistiti dall’Avv. Ezio Bonanni, i famigliari della vittima hanno chiesto e ottenuto la chiamata quale responsabile civile del Ministero della Difesa. Nel frattempo, in sede civile, il Tribunale di Cagliari ha condannato il Ministero ha riconoscere le prestazioni di vittima del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo.
Non era andata giù la condanna al Ministero, che aveva fatto appello, ma anche questa volta le ragioni giuridiche fatte valere dall’Avv. Ezio Bonanni sono state accolta dalla Corte di Appello di Cagliari che, con sentenza n. 917/16, ha rigettato il ricorso in appello confermando la decisione del Tribunale di Cagliari (sentenza dello scorso 30.11.2017), perché l’ufficiale si era ritirato a vivere in Sardegna dopo aver svolto parte del servizio anche a Augusta.
Ora il colpo di scena: anche il Ministero della Difesa confessa che il capitano Francesco Paolo Sorgente, una vita spesa in servizio per la Marina Militare Italiana, è stato vittima del dovere ma al tempo stesso vittima del terrorismo.
«Mio marito è stato assassinato dall’amianto ed è morto per mesotelioma il 25 novembre 2009 e finalmente, dopo tante battaglie legali portate avanti con il sostegno dell’Avv. Ezio Bonanni e dell’Osservatorio Nazionale Amianto, il rinvio a giudizio di coloro che sono accusati averne provocato la morte per esposizione ad amianto, e il processo penale che pende presso il Tribunale di Padova, e le due vittorie in primo e in secondo grado presso il Tribunale e la Corte di Appello di Cagliari, il Ministero confessa le sue responsabilità e riconosce che mio marito, oltre a essere vittima del dovere, è anche vittima del terrorismo. Mi chiedo: ma per quale motivo questo riconoscimento è giunto così tardi? Mi chiedo: come mai ancora oggi c’è amianto nelle unità navali della nostra Marina? Come mai non si tutela la salute dei servitori dello Stato e dei cittadini? Combatterò fino a che avrò forza per ridare a mio marito la dignità che gli è stata tolta facendolo morire con un mesotelioma che gli ha tolto il respiro giorno dopo giorno fino a soffocarlo. Un uomo forte, integro fisicamente e moralmente, ucciso dalle fibre di amianto, che mai e poi mai doveva essere utilizzato essendo il più aggressivo cancerogeno. Spero e mi auguro che questa sorte non tocchi più ad altri militari e mi auguro che altre spose e figli non debbano subire quello che abbiamo subito io e i miei figli» dichiara la Sig.ra Patrizia Zichina, vedova del militare.
Il provvedimento è stato accolto con favore da Calogero Vicario, coordinatore ONA Sicilia:
«È giunto il momento che le vittime dell’amianto ottengano i dovuti riconoscimenti e auspico che si giunga all’accertamento di tutte le responsabilità, anche dei vertici delle nostre Forze Armate, che nel passato hanno fatto esporre i nostri valorosi militare ad amianto, determinando una vera e propria epidemia che può essere fermata solo potenziando l’ospedale Muscatello di Augusta e applicando la cosiddetta Legge Gianni, che qui in Sicilia, invece, è stata sabotata». La Sig.ra Tiziana Blanco, portavoce in Sicilia dell’Avv. Ezio Bonanni, auspica che le vittime dell’amianto abbiano giustizia e possano avere la giusta dignità con i dovuti riconoscimenti e Fabio La Ferla, del coordinamento Regionale ONA, ricorda ancora la memoria del padre, lavoratore esposto ad amianto, vittima di mesotelioma e quindi deceduto, come peraltro molti altri lavoratori del c.d. triangolo della morte in Sicilia.
Interviene anche il Dott. On.le Pippo Gianni, il quale dichiara: «È necessario che i nostri militari in servizio come a Augusta come in altre basi e installazioni con presenza di amianto che abbiano contratto infermità debba essere riconosciuti come vittime del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo e dare la giusta indennità alle vedove e ai numerosi orfani. Già come parlamentare, sia regionale che nazionale, ho sollevato il problema amianto e spero che si dia corso finalmente a una efficace sorveglianza sanitaria anche per i militari che hanno prestato servizio presso la base di Augusta».
L’ONA si sta mobilitando in tutta l’isola.