Amministrative, 67 candidati con casellario positivo ma candidabili
Tutti insieme impresentabilmente, o quasi. Gli accertamenti disposti dalla Procura aretusea ed eseguiti dai poliziotti della Digos e dai carabinieri, hanno fatto emergere un numero che oscilla intorno al 10% di candidati alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale del capoluogo, la cui fedina penale risulta positiva anche se per reati di poco conto.
Dalla maxi verifica disposta dalla magistratura a seguito dell’esposto dall’arch. Giuseppe Patti della federazione nazionale dei Verdi, la denuncia presentata dal Movimento 5 stelle e l’elenco presentato al prefetto Giuseppe Castaldo dal candidato a sindaco Fabio Granata, è emerso che per 67 candidati su 600 in lizza nel capoluogo risultano, a vario titolo, iscrizioni al casellario giudiziario. Si tratta di sentenze passate in giudicato o di procedimenti penali che riguardano la maggior parte di essi reati contro il patrimonio puniti con sanzioni pecuniarie, patteggiamenti o sentenze di condanna inferiori ai 3 anni e con pena sospesa. Fra i reati più diffusi, lo spaccio di piccole dosi di sostanze stupefacenti e le contravvenzioni per abusi in materia edilizia.
Per tutti, comunque, si tratta di titoli di reato non suscettibili alle norme restrittive sulla candidabilità previste dalla legge Severino e dal codice etico adottato dalla commissione parlamentare antimafia.
Rimane da verificare l’unica posizione di incandidabilità emersa in sede di commissione elettorale comunale inserito nella lista “Popolari e Autonomisti”. All’indomani dell’indiscrezione, pervenuta attraverso la nota che il sindaco Giancarlo Garozzo ha inviato al prefetto Castaldo, il coordinatore provinciale del movimento, Peppe Germano, torna sulla vicenda, disapprovando la condotta del primo cittadino. “Non ci risulta che tra le prerogative del primo cittadino ci sia quella di essere informato di eventi di tal fatta e soprattutto che spetti al medesimo informare l’elettorato con comunicati del tipo di quello in questione”.